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Famija Arciunesa dona 400 copie di “Riccione verde” alle classi Quinte Elementari

Famija Arciunesa dona 400 copie del libro “Riccione verde”  di Antonio Cianciosi alle Classi Quinte Elementari di Riccione.

Iniziativa culturale di Famija Arciunesa con il libro “Riccione verde” andato in stampa con una seconda edizione, di 400 copie, per essere donato, in occasione delle Feste natalizie del 2018, a tutti gli alunni delle Classi Quinte Elementari, ritenendo questa la fascia d’età più idonea a recepire il messaggio dell’opera, che è quello di far conoscere i luoghi dove Flora e Fauna di Riccione si sviluppano e vivono.

I rappresentanti di Famija Arciunesa: Antonio Cianciosi (autore), Paolo Santovito (grafico) e Giuseppe Lo Magro (Presidente) hanno incontra- to nei giorni scorsi le Maestre interessate delle scuole di Fontanelle, Paese, Panoramica, Riccione Ovest, Marima Centro, San Lorenzo e Annika Brandi, per illustrare il volume e gli scopi dell’iniziativa. Naturalmente tutte hanno avuto una copia omaggio del volume per poterlo esaminare e programmare così eventuali lezioni e visite guidate.

Riccione Verde di antonio Cianciosi una passeggiata nella Flora e nella Fauna di riccione ed. Famija arciunesa – 2018 Pag. 48 – 16 x 24.

Il nostro viaggio nella Riccione verde, per conoscerne Flora e Fauna: ARBORETO CICCHETTI, PARCO delle MAGNOLIE, RIO MELO (Ex Fornace Piva, Bosco dei ciliegi, Ponte romano), PARCO della RESISTEN- ZA, SPIAGGIA, DUNE ex Hotel “Le con- chiglie”, TORRENTE MARANO (Dormitorio delle rondini “roost”), LAGHETTO ARCO- BALENO (Cascatella), PARCO AGOLAN- TI – VIA CAPRERA, COLLE dei PINI, LA- GHETTO PRONTI, ORTO BOTANICO delle SABBIE (Dune “Muntaloun”), AREA UR- BANA, PRONTO SOCCORSO – RESCUE REMEDY, PARCHI E GIARDINI PUBBLICI.

Insegnanti delle 14 Classi coinvolte

Fontanelle – 4:
Lucia Giardini, Emmanuela Policastrese, Fiorella Russi, Daniela Ruffin,
Gisella Sabatino, Chiara De Marchis, Carla Quatraccioni, Simona Coletta.
Panoramica – 2
Federica Ferri, Laura Montbelli, Paola Giunta, Cristiana Mulazzani, Erika Renzi, Grazia Angelini, Domenica Balzano, Monica Bonacini.
Riccione Ovest – 1
Stefano Rocchetta, Sabrina Soldati, Colomba Muri.
Riccione Paese – 1
Barbara Vignali, Antonietta Picca.
Marina Centro – 1
Mimma Lo Bello, Michela Carnevali.
San Lorenzo – 2
Camilla Muccioli, Geraldina Cavaleri, Iva Acous.
Annika Brandi – 4
Simona Michelotti, Vannina Villa, Monica Morganti, Stefania Sanchi, Bruna Cirillo, Rita Conti, Loredana Biondi, Laura Soldati, Marica Lupetti.

L’Avis taglia il traguardo dei 40 anni! Crescono le donazioni, 1457 nel 2018

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Auguri Avis! 40 anni e non sentirli. Oltre 1400 donazioni ogni anno per la sezione riccionese nata nel 1978 e presieduta da Luigi Casadei. 372 i bambini partecipanti all’iniziativa del calendario Avis.

NEL 2018 SONO 1457 LE DONAZIONI
Con 1.258 donatori, che al 30 settembre 2018 hanno fatto registrare 1.457 donazioni, 29 in più dell’anno precedente, il mese scorso l’Avis di Riccione ha festeggiato il suo quarantennale. Lo ha fatto in occasione della “Giornata del donatore” e con la grande festa del 30 novembre, alla presenza di centinaia di persone al teatro Imax di Oltremare, dove tra l’altro sono stati premia- ti pure gli scolari che hanno partecipato al concorso indetto per la pubblicazione del calendario.

IL CALENDARIO AVIS
Nata nel 1978 la sezione riccionese dell’Avis nel tempo ha registrato decine di migliaia di donazioni di sangue, una grande catena solidale, che si è ampliata sempre più attraverso il volontariato. Lo ha rimarcato il presidente Luigi Casadei anche in occasione della serata svoltasi nel parco tematico, dove sono stati distribuiti i calendari da muro e da scrivania del 2019, stampati in 5.000 copie, con i disegni realizzati dagli alunni delle quinte elementari.

I BAMBINI DELLE ELEMENTARI PREMIATI
Tra i 372 partecipanti, sono stati premiati Giulia Canna e Nicole Patelli dell’Annika Brandi, Simone Gini della scuola di Fontanelle e Sonia Gega delle elementari di San Lorenzo. Per i dodici mesi dell’anno sono stati invece selezionati Isa Fini (San Lorenzo), Giacomo Nicolò e Jacopo Mantini (Brandi), Sara Leka (Riccione Ovest), Emma Contadini e Fabio Fornari (Panoramica), Emma Cornacchia e Tommaso Mariotti (Fontanelle), Marta Bastianelli (Riccione Paese), Maymuna Satiya (Marina Centro) Marco Calori e Riccardo Costa (Maestre Pie).

Durante la serata si sono esibiti gli artisti dell’Accademia di Danza Antonella Bartolacci con l’insegnante Eleonora Gennari, e gli atleti dell’Acrobatic Team Riccione con il coordinatore Giovanni Foschi e del Taekwndoo Riccione con il maestro Roberto Betti e il presidente Giuseppe Uguccioni. Come annuncia Casadei, durante questa iniziativa, da sempre sostenuta da Geat e Conad Romagna, sono giunte oltre 180 richieste da altri potenziali donatori.

I VOLONTARI AVIS NELLE SCUOLE
Anche quest’anno i volontari del’Avis andranno nelle scuole superiori per sensibilizzare le persone e far conoscere l’associazione. In particolare incontreranno gli studenti dell’Alberghiero Savioli, dei Licei Scientifico e Artistico Volta-Fellini di Riccione, nonché del Linguistico San Pellegrino di Misano Adriatico. Nel frattempo l’Avis procede con le donazioni che, rispetto al passato, sono più mirate, ossia vengono richieste in base alle necessità e al gruppo sanguigno necessario al momento.

LA GIORNATA DEL DONATORE
Un particolare: con le delegazioni di tredici Comuni (di cui tre marchigiani) e della Provincia, l’Avis riccionese ha intanto celebrato la giornata del donatore nella chiesa Mater Admirabilis, dove il parroco don Valerio Celli ha sottolineato l’importanza dell’opera svolta dai volontari.

Addio a Ferruccio (Ottavio) Bianchi, direttore di locali da ballo

Ferruccio (Ottavio) Bianchi una vita nei locali, prima da semplice cameriere, poi da direttore e per finire da proprietario: l’Hostaria del Castello l’ultima sua creatura. Prima tra i tavoli del Dancing Savioli, l’Embassy, il Vallechiara e tanti altri. 

Discreto, sempre professionale e dotato di quello spirito di ospitalità che contrad- distingue l’imprenditoria romagnola, per un’intera vita ha diretto diversi locali del posto, come il Vallechiara e il Savioli di Riccione, l’Embassy di Rimini e l’Hostaria del Castello di Gradara, che ha pure gestito fino pochi anni fa.

Ferruccio Bianchi, Ottavio per gli amici, è scomparso nel novembre del 2019  a 85 anni, portando via con se un piccolo tassello di storia, imbastita tra gli anni ‘70 e ‘80. A Riccione, dov’era molto stimato, lo ricordano tutti come il “classico direttore in guanti bianchi, cortese e umile, pronto ad accogliere i vip che arrivavano nei locali, come pure a dialogare e a sedersi a tavola con i suoi dipendenti.

Un gran lavoratore che ha sempre operato nel silenzio, lontano dai riflettori”. Bianchi, che lascia il figlio Duilio e la moglie Francesca (Chicca) Vandi, sempre al suo fianco soprattutto nella conduzione della sua ultima attività, l’Hostaria del Castello, si è diviso tra lavoro e famiglia. La sua carriera è stata un costante crescendo.

E’ partito facendo la gavetta. “Da cameriere al Dancing Savioli, passo dopo passo si è fatto strada, diventando direttore. La sua professionalità era tale da essere chiamato a dirigere altri locali “fuori zona”, come lo storico Baccarà di Lugo che ebbe l’onore di inaugurare.

Tante le foto che lo ritraggono con celebri artisti del calibro di Mina e durante i concorsi con le miss”. Nel 1972 Bianchi aprì l’Hostaria del Castello a Gradara. L’attività era solo estiva e questo per diversi inverni gli consenti di dirigere il Vallechiara, in Viale Ceccarini. Il suo spirito imprenditoriale, come ricorda il figlio Duilio “è sempre stato grande. Organizzava eventi e ingaggiava artisti di grido, come Jovanotti. Nel frattempo ha pure fatto scuola. Tanti ragazzi, che nel tempo hanno lavorato con lui come camerieri, hanno poi aperto dei ristoranti”.

Nuova sede IOR di Riccione dedicata a Marina Giannini

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La nuova sede dello IOR dedicata a Marina Giannini. A ricordarla una targa e la donazione di una Fiat Qubo da parte dei Lions Club di Riccione, dei quali Marina è stata Presidente.

Nuova sede per lo Ior di Riccione che, in Corso Fratelli Cervi, 172, raddoppia spazi e servizi. In previsione l’ufficio riserva- to alla psicologa e spazi dedicati alle donne, che durante le terapie intendono curare la loro immagine, attraverso specifici progetti che consentono di ottenere gratis anche trucchi e parrucche.

Dedicati a Marina Giannini, già responsabile dello Ior di Riccione, i nuovi locali sono stati inaugurati lo scorso 24 novembre  2018 dal professore Dino Amadori, presidente dell’Istituto oncologico romagnolo, che vanta mezzo secolo di esperienza soprattutto nella ricerca. Al suo fianco l’attuale responsabile Ilva Melotti, il sindaco Renata Tosi con altre autorità e numerosi volontari. Il taglio del nastro è stato accompagnato da un significativo gesto solidale.

FIAT QUBO DAL LIONS RICCIONE
L’associazione infatti ha ricevuto in dono una Fiat Qubo per accompagnare gratis i pazienti che non riescono a raggiungere i luoghi di cura in autonomia. Il dono è arrivato dal Lions Club di Riccione che con questo gesto, ha inteso condividere le finalità dello IOR e rendere omaggio alla Giannini che, oltre a essersi tanto adoperata per l’Istituto oncologico, è stata anche presidente (prima donna) del Lions Club.

MARINA GIANNINI DIVISA TRA IOR E LIONS
Lo spirito di servizio di marina trapela anche dalla targa affissa alla parete della nuova sede, sulla quale si legge: “Per l’impegno e la dedizione come volontaria, come membro del consiglio di amministrazione dello Ior e responsabile della sede di Riccione”. “Ci siamo trasferiti dalla piazzetta Matteotti a Corso Fratelli Cervi, per l’esigenza di operare in spazi più ampi e adeguati e perché per la nuova sede pagheremo meno -spiega la Melotti-.

NUOVI PROGETTI
Avremo dunque anche un risparmio, cosa di non poco conto, perché, eccetto la segretaria, noi siamo tutti volontari e offriamo servizi gratuiti. C’è poi l’idea di realizzare due progetti “La Forza del sorriso” e il “Margherita”, quello delle parrucche, già avviato a Rimini”. Quest’ultimo consiste in un incontro durante il quale le signore scelgono una parrucca (offerta gratis), grazie al supporto di un parrucchiere volontario, presente in sede unavolta al mese.

A Riccione oltretutto s’intende attivare anche il laboratorio di make-up gratuito, in collaborazione con l’associazione “La forza e il sorriso – Lgfb Italia Onlus”. Come spiega la Melotti: “Le più importanti case di bellezza ci doneranno dei cofanetti con prodotti per il trucco, da regalare alle donne, che una volta al mese da noi avranno a disposizione un’estetista”.

AMADORI “PUNTIAMO ALLA RETE DI RICERCA EUROPEA”
Nel sottolineare i passi in avanti fatti in campo terapeutico, con conseguente “drastica diminuzione della mortalità per tumore”, Amadori evidenzia l’importanza di fare rete nella gestione delle strutture oncologiche romagnole “sistema – sostiene – che potrebbe portare al riconoscimento di una “rete di ricerca europea” e ottenere ulteriori finanziamenti, con conseguente crescita delle tecnologie in tutte le nostre oncologiche”.

IL RICORDO DI BARBARA BONFIGLIOLI
Un particolare: l’inaugurazione della nuova sede, inizialmente programmata a inizio ottobre, è slittata di un mese e mezzo per la prematura scomparsa di Barbara Bonfiglioli, che per un lasso di tempo ha guidato la stessa sezione riccionese, attiva da trentacinque anni”.

Parco degli Olivetani, anzi… degli Agostiniani!

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Il Parco degli Olivetani per gli studiosi si dovrebbe chiamare degli Agostiniani: 360 alberi e 1800 arbusti su quasi 3 ettari di verde a fianco della Scuola Geo Cenci e sul Rio Melo.

Prima la polemica con gli ambientalisti, poi lo scontro politico e ora la querelle sul fronte storico per il nome che gli è stato attribuito. E’ nato così tra gli “scontri” il Parco degli Olivetani che, documenti alla mano, per gli storici porta un toponimo improprio, in quanto quell’area è piuttosto appartenuta agli Agostiniani.

TRE ETTARI DI VERDE CON 360 ALBERI A FIANCO DELLA SCUOLA GEO CENCI
Inaugurato il 17 novembre 2018, sfidando il freddo, il parco si estende circa tre ettari e mezzo di terreno, dalla Flaminia a Viale Castrocaro e da Viale Einaudi alla pista ciclopedonale che fiancheggia il rio Melo, fino alla scuola media (ex fornace). Come assicura l’amministrazione comunale dal punto di vista morfologico questo lembo di terra “non è stato modificato, sono stati piuttosto piantati 360 alberi e 1.800 arbusti”. Per il resto l’area è stata dotata di uno spazio giochi inclusivo di 800 mq., di uno sgambatoio per cani ampio 850 mq. e di un impianto d’illuminazione a Led.

UN INVASO DEL RIO MELO
“Il terreno -spiegano i tecnici- è stato rimodellato per mantenere la capacità d’invaso, svolgendo così la sua naturale funzione di raccolta e laminazione delle acque di esondazione del Melo”. Una scarpata, realizzata con terra riportata sul lato Cattolica, separa l’area da viale Einaudi, dov’è stata piantata la maggior parte delle piante.

GLI STUDIOSI: “L’AREA ERA DEGLI AGOSTINIANI E NON DEGLI OLIVETANI”
Ma veniamo alle querelle a partire dal nome. Nel comunicato stampa del Comune si legge: “Come testimonia il catasto Calindri, redatto tra la fine del XVIII e gli inizi del secolo XIX, nel sito non erano presenti costruzioni se non il convento dei frati Olivetani”. Ma, come segnalato, prima dall’ex direttore della Biblioteca comunale, Fosco Rocchetta, poi dallo scrittore e storico Oreste Delucca, sarebbe bastato andare all’Archivio di Stato riminese, dov’è custodito il documento catastale originale e, se non altro, sfogliare il libro che lo riproduce (quello pubblicato a spese del Comune di Riccione nel 2006), per appurare che l’area del Pantano era piuttosto appartenuta agli Agostiniani. Le segnalazioni non hanno però sortito cambiamenti. E allora, lo storico sui media online lancia la sfida: “Chiamatelo Parco dell’Ignoranza”.

Gli ambientalisti, a partire da Italia Nostra, durante i lavori hanno intanto contestato l’abbattimento di venti-venticinque alberi, in parte inclusi in quello che doveva essere il Bosco dei ciliegi, disegnato da Tonino Guerra e che proprio per questa ragione la nota associazione chiedeva di tutelare. Cinque-sei piante, era stato giustificato dal Comune, erano secche. Polemica infine sul fronte politico.

AREA DI PROPRIETA’ COMUNALE DAL 2001
Sabrina Vescovi, capogruppo del Pd lamenta il fatto che all’incontro di presentazione con i mass media “Non siano stati invitati i precedenti sindaci e neppure esponenti delle giunte Pironi e Imola che di fatto hanno consentito la realizzazione del parco. Il progetto è bello – sottolinea – ma bisogna ringraziare le vecchie amministrazioni comunali, soprattutto Daniele Imola che nel 2001 chiese alla proprietà di Oltremare (Valdadige) di trasferire il progetto del parco sulla collina e di cedere l’area della vecchia fornace per farne un bene comunale. Fu il primo passaggio utile senza il quale ora non avremmo il parco. L’area fu acquisita dal Comune, gli imprenditori comprarono il terreno dell’Ipab, ente dei lasciti della Ceccarini, e col ricavato l’amministrazione realizzò la nuova ala del Ceccarini, l’asilo in viale Empoli e ha tracciato viale Einaudi”.

Nives Concolino

5.000 euro per l’A.I.S.M. di Riccione

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Mercoledì 10 Ottobre 2018 ore 10,30. Palestra di Via Abruzzi, sede dell’ A.I.S.M. di Riccione. Piccola pausa tra due corsi di Ginnastica dolce metodo Feldenkrais.

Giuseppe Lo Magro e Paolo Santovito (presidente e consigliere di F.A.) incontrano alcuni malati di S.M. che cercano sollievo alla sofferenza impegnandosi in questo metodo di auto-educazione attraverso il movimento. Sequenze di piccoli esercizi che coinvolgono ogni parte del corpo e consentiranno di muoversi meglio nella vita di tutti i giorni. Perchè nelle persone con S.M. è importante modificare l’immagine del proprio corpo, migliorare il senso dell’equilibrio e l’insieme delle funzioni motorie.

Nonostante le palesi difficoltà il loro morale è alto, è gente che non molla! E Famija Arciunesa cerca di aiutarli a mantenerlo sempre a tale livello con un’altra donazione (dopo i 1.000 euro dell’ Ottobre 2017) che permetta la prosecuzione dei corsi, i trasferimenti col pulmino attrezzato e la ricerca. Questa volta arrivano 5.000 euro, frutto della Festa di Fine Estate del 30 Settembre u.s. Ed è festa e gioia prima di mettersi tutti in posa per la foto ricordo.

 

A.I.S.M.

Viale Abruzzi, 46

Riccione

tel. 0541 690940

10.000 euro all’A.I.S.M. di Riccione per il nuovo pulmino

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All’A.I.S.M. è arrivato il pulmino attrezzato.

Sabato 28 gennaio 2017 è stato inaugurato, presso la sede dell’A.I.S.M. Provinciale di Rimini, in viale Abruzzi a Riccione, il Pulmino attrezzato per il trasporto delle persone affette da Sclerosi Multipla. L’automezzo è stato donato da tanti sostenitori, singoli e associazioni (elenco in bella evidenza sulle fiancate) che hanno festeggiato l’evento assieme al gruppo dell’A.I.S.M.

Tanta commozione per tutti i presenti l’aver raggiunto questo traguardo di vitale importanza per lo svolgimento delle attività di ogni giorno. Il vecchio pulmino, dono di Famija Arciunesa nel 1999, era arrivato al capolinea. Anche stavolta la nostra associazione è stata presente con 10.000 euro, raccolti grazie a due Feste: Compleanno di Riccione Comune autonomo del 2014 e Festa di Fine Estate 2015, organizzate grazie alla ospitalità di Costa Endutainment, al Parco Oltremare. Al nuovo pulmino Auguri di migliaia di chilometri… per il bene di tanti.

Servizi a 360 gradi, più spediti col nuovo pulmino
Sempre più lavoro e coinvolgimento di volontari per l’Aism (Associazione italiana sclerosi multipla), che ora conta anche su mezzi più efficienti.
Sostituisce il più vecchio dei due finora in uso all’associazione che, nella sede di viale Abruzzi di Riccione, opera per tutta la provincia, dal 1989. Ampio il raggio d’azione del’Aism, presieduta da Luca Bergnesi che, a chi soffre di questa malattia offre diverse prestazioni.
Si opera a 360 gradi? “Non offriamo servizi solo a persone affette da sclerosi multipla, ma anche a tante altre persone di Riccione, Rimini e dintorni, che hanno altre patologie e disabilità causate pure da incidenti stradali”.
Siete sempre attivi? “La sezione resta aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì (8,30 – 12,30 a volte fino alle 13), ma se qualcuno ha bisogno di sottoporsi a una visita medica fuori di questo orario e avvisa qualche giorno prima, ci si organizza per accompagnarlo di pomeriggio”.

Un momento dei festeggiamenti all’interno della sala dell’AISM di Riccione.

Il servizio è gratuito? “Completamente gratuito. A chi si rivolge a noi per il trasporto chiediamo solo di prendere la nostra tessera che costa 25 euro all’anno. Il servizio è garantito a tutti gli associati, ma nel limite delle possibilità cerchiamo di accontentare anche altri”.
Con il nuovo pulmino si viaggia più spediti? “Certo, il nuovo sostituisce il più vecchio che avevamo. Famija Arciunesa ci ha dato un grosso contributo, che si è affiancato a diverse donazioni, raccolte nel giro di due anni”.
Tanto lavoro, un aiuto potrebbe arrivare dai giovani che prestano servizio civile?
“Certo, ma nonostante avessimo a disposizione tre posti e fosse previsto un contributo statale di 430 euro mensili, per quest’anno non si è presentato nessuno. Forse ha influito anche la scadenza del bando, a fine giugno, che coincideva con l’inizio della stagione balneare. Siamo andati anche a parlare nelle scuole, ma nessuno ha recepito il messaggio”.
Quanti soci conta la vostra sezione? “Siamo 120, ma contiamo di andare oltre, stiamo infatti facendo una campagna ad hoc. D’altra parte secondo i dati della Neurologia nella provincia di Rimini le persone affette da sclerosi multipla sono circa 600, ma dei 120 tesserati quelli affetti da sclerosi multipla sono appena settanta/ottanta”.
Eppure svolgete tante attività? “Noi non forniamo risposte mediche, ma diamo tante risposte ai problemi, ci confrontiamo e insieme cerchiamo soluzioni, diamo informazioni sui diritti e altro. Da noi si trova sostegno anche nel gruppo di auto-aiuto, intanto organizziano incontri e convegni, come quello del 25 marzo sull’alimentazione con un noto nutrizionista”.

A.I.S.M.

Viale Abruzzi, 46

Riccione

tel. 0541 690940

Marina Giannini, una vita per la sua Riccione con infinito entusiasmo e capacità

Marina Giannini, una vita nella sua Riccione con tanto entusiasmo, partecipazione e competenza: prima nell’Azienda di Soggiorno, poi nel sociale e nel giornalismo. 

Per trentatre anni è stata una “colonna” della promozione turistica riccionese. Anna Marina Giannini (classe 1942), se n’è andata per sempre lo scorso 28 novembre 2016 tra la commozione dell’intera città, che nei decenni l’ha seguita nei suoi molteplici impegni in associazioni culturali e di volontariato e anche nel Lions Club del quale è stata la prima presidente donna. A stroncare la sua vita è stato il male contro il quale ha lottato per sette anni con tenacia e determinazione, ma anche serenità e fede, caratteristiche che hanno contraddistinto tutta la sua intensa vita. Anche nei giorni più duri Marina con grande disponibilità e con l’immancabile sorriso sulle labbra ha continuato a impegnarsi nel sociale e nel giornalismo, professione che ha intrapreso dopo il pensionamento con entusiasmo e passione, alimentata dal suo grande amore per Riccione, anche se Novafeltria, che le aveva dato i natali, è rimasta sempre nel suo cuore.

NEL 1964 PRESSO L’AZIENDA DI SOGGIORNO DI RICCIONE
La carriera lavorativa di Marina, che lascia il marito Fabio Giorgi, la figlia Elisabetta (Betty) e il fratello Pier Paolo, comincia nel 1964 con l’impiego all’Ufficio informazioni turistiche dell’Azienda di soggiorno di Riccione. Di seguito passa all’organizzazione degli eventi turistici e promozionali, dove scatena la sua fantasia. L’entusiasmo è il leitmotiv, che l’accompagnano anche quando le competenze del suo settore passano in capo al Comune. La Giannini, lavora al fianco di Gloria Saponi, Lello Mantani, Italo Nicoletti e altre persone che l’hanno sempre stimata. Viene pure chiamata a partecipare a diverse fiere turistiche.

MARINA ED IL SOCIALE
Intenso l’impegno nel sociale, soprattutto dopo il suo pensionamento che le concede più tempo. Nel 1994 Marina è tra i soci fondatori del Comitato femminile della Croce Rossa di Riccione. Dal 1995 al 1998 è in prima linea nell’associazione Amici di Riccione, finché nel 1999 ne diventa vicepresidente. Tra gli altri incarichi quello di responsabile delle sede riccionese dello Ior (Istituto oncologico romagnolo), assunto nel 2001.

MARINA E LA PASSIONE PER IL GIORNALISMO
Nello stesso anno inizia a collaborare con il quotidiano La Voce e anni dopo con Rimini In magazine, “Premium” e altre testate, finché si lancia anche nell’impresa editoriale: “Villa Mussolini – Una finestra su Riccione”, che abbiamo avuto la fortuna di condividere. Prima ancora la Giannini presta diverse collaborazioni anche con Famija Arciunesa.

La rete di relazioni che ha tessuto nel tempo con profitto ha trovato conferma nelle centinaia di persone che il giorno dell’addio hanno affollato la chiesa Mater Admirabilis e nelle parole di don Giorgio Dell’Ospedale, che ha concelebrato la messa con il parroco don Valerio Celli. “Marina si è guadagnata l’eternità – ha sottolineato don Giorgio -. Dio le dia la pace e la gioia del Paradiso, la ricompensi per tutto quello che ha fatto di bello e di buono nella sua Riccione”.

“Nella sua spontaneità e competenza Marina amava profondamente la sua Riccione: sempre attenta, curiosa, capace di contribuire alla vita pubblica cittadina con spunti di grande attualità – sottolinea il sindaco Renata Tosi nel suo messaggio –. Era una persona vivace, aperta all’ascolto e al confronto”. “ Forse é stata l’ultima grande interprete della riccionesità autentica – rimarca il suo predecessore Daniele Imola, ora a capo dello Ior. Il suo stile, mai sopra le righe. La sua eleganza, mai ostentata, mai pacchiana, ma sobria e inconfondibile. La sua cordialità autentica e piena di disponibilità vera verso gli altri”. Tutte queste qualità sono il frutto più bello che la nostra città ha saputo dare nei suoi anni migliori, gli anni 60- 70 che hanno fatto diventare grande Riccione e Marina le incarnava tutte nel modo più intenso”.

Ilva Melotti che l’ha seguita fino alla fine come amica e volontaria, ricorda: “Mi ripeteva sempre: sei il mio angelo. Era vulcanica, determinata anche nella malattia contro la quale ha lottato come un leone”. “Nonostante la malattia – confida infine l’imprenditore Alvaro Battelli – Marina trovava forza per incoraggiare me e mia moglie Dina, che viveva lo stesso dramma e che poi è scomparsa la settimana prima di lei”.

Nives Concolino

Raffaele Buono, il fotografo “hawaiano” della spiaggia di Riccione

Raffaele Buono un volto per tanti familiare: il fotografo da spiaggia che ha immortalato a Riccione i sorrisi e l’allegria di tanti turisti e riccionesi nel suo improbabile quanto fantastico set hawaiano in riva all’Adriatico.

Raffaele Buono, nato ad Ariano Irpino nel 1935, arrivò a Riccione nei primi anni ’50. Si rimboccò subito le maniche come usavano fare gli uomini di volontà in quegli anni di sviluppo della Riviera Adriatica. Muratore d’inverno e fotografo d’estate, per non fare mancare nulla alla sua amata famiglia (4 figli e 10 nipoti). Cercava un’occasione, Riccione gliela diede e lui la ripagò abbondantemente.

Raffaele arriva in spiaggia (siamo a pochi passi dal porto in zona Alba) con tutto l’occorrente per la scenografie dei suoi celebri scatti hawaiani a Riccione.

Conosciutissimo in spiaggia per la sua consueta allegria collaborò con Foto Casalboni, Foto Stampa e Foto Riccione ed era conosciutissimo, oltre che per la sua gentilezza e per il suo sorriso.

Le sue foto ora sono in migliaia di cassetti o appese alle pareti case di tutta Italia ed Europa a ricordo di una vacanza a Riccione e soprattutto di un momento di ilarità.

Raffaele era un maestro nel sapere mettere in gioco le persone davanti alla macchina fotografica. Grazie alla sua capannina hawaianache trascinava sulla riva del mare, destava l’attenzione e l’interesse dei turisti ma anche di tantissimi riccionesi.

Per un certo periodo (almeno finché fu permesso) si portava appresso un cucciolo di leone, sono tanti i bambini della generazione degli anni ’70 e ’80 ad essere stati immortalati sul lettino con il piccolo felino.

Riccione anni ’80 – Raffaele con un gruppo di turiste straniere in spiaggia.

RAFFAELE IN AZIONE ANCHE DI NOTTE

Durante l’estate alla sera Raffaele fotografava i “nottambuli” della Birreria Spaten e del Dancing Savioli. Ci ha lasciato nel 2016 ma Riccione lo ricorda per aver contribuito con la sua leggerezza ed il suo sorriso a lasciare nel cuore di tanti un’immagine ed un ricordo “Buono” della Perla verde.

Zona 115 a Riccione, Raffaele pronto allo scatto.

Ferruccio, l’amico di tutti

Ferruccio Nanni, un ragazzo con un cuore grande così che tanti riccionesi hanno imparato a conoscere. Camminava tantissimo e conosceva tutti, indimenticabile quel suo modo di fare unico… da Ferruccio.

Se n’è andato per sempre con quel sorriso e quella dolcezza che l’hanno contraddistinto per tutta la sua vita. Ferruccio Nanni, 61 anni, portatore della sindrome di Down, molto conosciuto a Riccione per il grande cuore e senso di umanità, è scomparso all’improvviso a fine marzo 2012.

La sua popolarità e l’affetto nutrito nei suoi confronti hanno trovato conferma il giorno dell’addio nella chiesa di Gesù Redentore gremita di gente. A ricordalo nell’omelia con una speciale lettera, che ne delinea il profilo, è stato don Franco Mastrolonardo, il parroco che ogni domenica andava a salutare in sacrestia.

E proprio nel giorno del Signore, Ferruccio è salito in cielo. “Come entravi in chiesa tu, non entrava nessuno -scrive don Franco rivolgendosi direttamente al suo speciale parrocchiano-. Non sceglievi vie laterali ma la corsia centrale, dritto spedito verso l’altare. Mentre avanzavi, cercavi mani da stringere e volti da salutare. E alla fine il rituale inossidabile, il saluto in sacrestia e i reciproci baci. Regolarmente mi dicevi: non mi sgridare che sono venuto tardi. No Ferruccio tranquillo, potevi fare tutti i ritardi che volevi”.

Ed è proprio quell’ingresso in chiesa, come l’affettuoso scambio del segno della pace, che rimarrà sempre impresso nel cuore dei riccionesi. Così altri piccoli flash. Quando riceveva la benedizione, Ferruccio non se ne andava mai, se l’acqua non l’aveva bagnato davvero. Perché, come ricorda il parroco: “Aveva bisogno di concretezza, voleva toccare con mano la bontà di Dio”. C’era comunque in lui una forte paura della morte, a tal punto che, quando don Franco ne parlava nell’omelia, lui lo sgridava. Così l’Ave Maria, Ferruccio ne recitava metà, perché nell’ultima parte c’é appunto la parola morte.

Quando qualche “nuvola” lo offuscava, bastavano poche parole e piccoli gesti per riportare il sereno. Quel modo di essere, così candido e limpido, faceva di Nanni anche una persona terapeutica: “non conosceva la parola orgoglio, quella di cui ci nutriamo tutti i giorni”, sottolinea don Franco.

Nives Concolino