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sabato, Luglio 12, 2025

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“Casa del Bottone” diventa “Bottega Storica”

Il riconoscimento ufficiale è stato celebrato con la consegna della relativa targa alla presenza della Sindaca di Riccione Daniela Angelini, del Presidente CNA di Riccione Roberto Corbelli e
del responsabile di sede Marco Mussoni.

Da oggi la “Casa del Bottone” di Riccione è così iscritta nell’apposito Albo comunale istituito nel 2022 per la valorizzazione dell’ambito commerciale storico.

Un attestato importante per una realtà storica della Perla Verde che ha mosso i suoi primi passi nel lontano 1957 con la prima licenza rilasciata dal Comune di Riccione e rintracciata negli archivi in favore di Pompilia, detta Ilia, Pollettini madre di Anna Maria ed autentica protagonista della nascita di questa storia imprenditoriale da anni radicata a Riccione.

Inizialmente il piccolo negozio aprì in Viale Mameli ma ben presto l’attività si trasferì nella zona di Riccione Paese, prima in Viale Diaz e poi in Viale Ruffini vero e proprio punto di riferimento per tantissimi riccionesi e riferimento storico di Piazza Unità.

L’attività, negli oltre 65 anni di storia, si è sviluppata e consolidata attraverso la partecipazione ed il contributo della varie generazioni, dalla signora Pompilia (Ilia), alla figlia Anna Maria fino alla nipote Laura, un percorso caratterizzato da una costante passione e affidabilità.

“La Casa del Bottone, una delle prime attività del nostro Paese, rappresenta una bella storia riccionese tutta scritta al femminile” -ha commentato la Sindaca Daniela Angelini– “Avviata come merceria, si è poi specializzata nel bottone dando un servizio alla città e dimostrando che con passione e sacrificio si possono ottenere grandi risultati”.

Una realtà ancorata fortemente alle proprie origini dove gli arredi hanno mantenuto e valorizzato quelle atmosfere peculiari del negozio, della bottega: grandi cassetti espositivi pieni dei più diversi accessori come bottoni, nastri, passamaneria, fili, utensili per il cucito e lavori sartoriali danno bella mostra di sé sulle pareti del piccolo locale.

Entrando nel negozio si percepisce il senso di quella laboriosità sempre più preziosa in grado di richiamare il ricordo di mestieri ormai rari, come quelli legati al ricamo o più in generale alla sartoria.

Il negozio rappresenta per tutti i riccionesi un punto di approdo sicuro per professionisti come le sarte ma anche per i privati alla ricerca della competenza e delle infinite soluzioni che la varietà di bottoni, fili e piccoli accessori offrono, elementi ormai introvabili se non in questi negozi specializzati, ormai sempre più rari. (di Francesco Cesarini)

Quando a Riccione andavamo tutti al cinema

Il cinema, per molti decenni, è stato il divertimento preferito dagli italiani. Non c’era la concorrenza della televisione, degli schermi giganti, delle piattaforme in streaming. Ma, soprattutto, era un divertimento per tutte le tasche. Infatti, quando un nuovo film usciva, veniva proiettato nelle sale di prima visione, poi si passava alla seconda e, infine, alla terza visione. E il prezzo del biglietto calava progressivamente.

1964. L’arena Zanarini con la storica maschera Chicco.

Alla conclusione del suo ciclo, quando le pellicole erano rovinate e piene di giunture (erano di cellulosa e, oltre a essere fragili, prendevano facilmente fuoco) finivano nei cinematografi di periferia, spesso cinema parrocchiali, immortalati da Gaber nella sua canzone Porta Romana: «Tre film in una volta 100 lire» (le 100 lire del 1960 equivalgono al costo di due caffè ai giorni nostri).

Biglietto d’ingresso al Cinema Arena Dante a Riccione.

Il numero di spettatori, soprattutto se confrontato con i tempi odierni, era impressionante: 661 milioni nel 1950, 819 milioni nel 1955 (15 biglietti staccati per ogni italiano, neonati compresi), scesi a 513 milioni nel 1975 e precipitati a soli 83 milioni nel 1992. I prezzi dei biglietti però, aumentarono in proporzione al calo degli spettatori. Anche a Riccione le sale cinematografiche erano molto frequentate e assai numerose. Nonostante la popolazione riccionese negli anni ’50 fosse di soli 13.000 abitanti, c’erano moltissime sale cinematografiche, soprattutto, le arene all’aperto che, nei mesi estivi, dovevano fronteggiare l’arrivo di migliaia di turisti. Vado a memoria: Turismo, Odeon, Dante, Africa , Zanarini, Arena Mare, Star, Alba.

1953. L’arena Alba vista dall’aereo quando era ancora nella zona dei giardini. In seguito fu spostata in viale Finale Ligure.

Nella stagione estiva venivano spesso proiettate delle anteprime nazionali che richiamavano un grande pubblico. Che soddisfazione tornare in città e dire agli amici che avevi già visto un film che nessun altro aveva potuto ancora vedere! I manifesti dei film in programmazione venivano appesi nei punti di maggior passaggio e, sparse per tutta Riccione, c’erano le locandine con l’elenco dei film in programmazione.

1939. Pubblicità del film “Una notte all’Opera”. Dino Cesarinii seduto e Fabbri al megafono.

C’era anche chi usava mezzi meno ortodossi. Negli anni ’30, un moscone che trasportava il manifesto del film programmato all’Arena Dante, passava a poca distanza dalla riva con su due volonterosi giovanotti. Uno remava e l’altro gridava in un megafono invitando i bagnanti ad assistere alla proiezione. Poi arrivarono le auto con altoparlante che scorrazzavano per la città e, negli anni ’60, il Publiphono che, oltre ad annunciare il ritrovamento di qualche bambino disperso sulla spiaggia, faceva pubblicità alle sale cinematografiche.

1960. Di fronte al bar Canasta, appoggiati al muro della Cassa di risparmio, si vedono i cartelloni che pubblicizzano i film in programmazione.

Il primo segnale che l’estate stava finendo era dato dalla comparsa di locandine di film in lingua tedesca. Imperativo era rendere felici i turisti d’oltralpe. All’inizio degli anni ‘2000 il crollo degli spettatori colpì anche Riccione e i cinematografi chiusero i battenti. Nel 2001 il Cine Teatro Turismo fu abbattuto e la stessa sorte toccò all’Odeon nel 2003.
Di quest’ultimo resta l’insegna in viale Corridoni, testimonianza di un’epoca perduta per sempre. Un’epopea durata oltre 50 anni, si era conclusa. (di Vittorio Costa)

Con “La sgrignarèla” Famija Arciunesa dona 7mila euro in beneficenza

Una risata per regalare un sorriso a chi è meno fortunato: era questa la finalità benefica della rassegna di teatro dialettale “La sgrignarèla” organizzata dall’Associazione Famija Arciunesa e promossa dal Comune di Riccione. Obiettivo raggiunto in pieno grazie alle due donazioni che la storica associazione riccionese ha potuto effettuare con il ricavato delle rappresentazioni teatrali: la prima di 6mila euro (in accordo con tutte le parrocchie della città) per la Caritas interparrocchiale di Riccione, la seconda di mille euro per la Croce Rossa Italiana-Comitato di Riccione.

La rassegna, andata in scena alla Granturismo del Palazzo del turismo lo scorso gennaio e febbraio, ha proposto un divertente calendario proposto dalle migliori compagnia dialettali del territorio che ha riscosso un grande successo e ha permesso alla storica associazione di effettuare l’importante donazione a sostegno delle due associazioni di volontariato riccionesi che operano sul territorio.

Le donazioni, frutto del ricavato della rassegna teatrale, sono state consegnate dal presidente della Famija Arciunese Francesco Cesarini in occasione del pranzo di autofinanziamento della Caritas Interparrocchiale svoltosi domenica 17 marzo alla tensostruttura della Parrocchia San Martino di Riccione “Riccione ha risposto alla grande – ha puntualizzato Cesarini – per noi è una grande soddisfazione contribuire per sostenere realtà così importanti per il territorio e nel farlo dare valore al dialetto e alle nostre tradizioni. Vista la grande partecipazione e l’entusiasmo dei tanti che hanno assistito alle commedie siamo già al lavoro per la seconda edizione”.

Presente alla donazione anche la vicesindaca del Comune di Riccione, Sandra Villa. “Ancora una volta la città di Riccione ha risposto con grande partecipazione e solidarietà ad un’iniziativa a scopo benefico come quella proposta da Famija Arciunesa che – ha dichiarato Sandra Villa – ha messo insieme lo stare insieme come comunità, sotto il segno dell’allegria e della tradizione, con l’impegno sociale. Questi sono i valori che contraddistinguono una società altruista”.

Villa Eden e pensione Bolognese: perle anonime con un valore da riconoscere e recuperare

VILLA EDEN E PENSIONE BOLOGNESE DUE PERLE DA CONOSCERE MEGLIO

VILLA EDEN

Abissinia è da sempre per un riccionese il quartiere delle Terme. Anche oggi non si possono non associare i due termini, riconoscendo quanto il successo della zona sud della città debba alla presenza dello stabilimento termale.

Pochi però sanno che il primo stabilimento idropinico, già esistente agli inizi  del 1900,  si trovasse vicino al centro di Riccione, lontano dalla zona sud. Era ubicato in Viale Gramsci, allora Viale Roma, presso l’Albergo Villa Eden, che ancora sorge sul tracciato originario e ne conserva resti delle strutture termali sul retro.

Primo ed ultimo stabilimento idroterapico esistito a Riccione, vi si praticavano una vasta serie di bagni e docce con acqua di mare, addizionata con vari prodotti medicamentosi.

Ancora oggi avremmo la possibilità di visitare all’interno di Villa Eden, luoghi ed atmosfere di un tempo ormai trascorso, di cui possiamo orgogliosamente fregiarci.

Negli anni ’40 l’edificio (appartenuto ad una anziana signora deceduta all’età di 103 anni  e per amore della libertà mai sposatasi) in periodo di guerra, ospitava le truppe tedesche.

Le provviste venivano acquistate nei negozi vicini, dal macellaio all’angolo Viale Gramsci, Viale Ceccarini dal fornaio al lato dell’albergo. Molti i clienti stranieri per lo più Austriaci negli anni ’70, tanti gli ospiti affezionati, pronti a chiudere un occhio rispetto a servizi non più adeguati, pur di ritrovare il piacere di una bella accoglienza in un’atmosfera antica.

LA PENSIONE BOLOGNESE

Il passato con i suoi suoni, profumi atmosfere ancora vivono silenziosamente nella planimetria di una città travolta dalla fama e baciata dalla fortuna, ma purtroppo anche aggredita dal cemento, dalla miope speculazione edilizia.

Disseminati per Riccione, troviamo altri segni di un tempo lontano, edifici che hanno segnato la storia e che andrebbero gelosamente protetti a custodia della memoria di un passato che ci rende unici e irripetibili.

Ristorante Pensione Bolognese (archivio Vittorio Costa).

La pensione Bolognese, questa più vicina all’attuale area termale; costruzione a bordo strada fornita di colonnato e decori tipici degli anni ‘50. L’edificio, così come lo possiamo ammirare oggi, compare nel film di Dino Risi ,”L’ombrellone”. Film che ha visto come protagonista femminile Sandra Milo nei suoi anni migliori.

Ancora in funzione fino ad un anno fa, la struttura è stata gestita a lungo dalle proprietarie, le sorelle Barbanti. Alcuni ricorderanno come la più longeva delle due, per evitare di essere privata del diritto di continuare ad abitare li, si era legata, incatenata ad una ringhiera del lungomare. ‘Irriducibili’ le Riccionesi di quel tempo.

Dopo aver ospitato centinaia di bagnanti, frequentatori delle Terme del Beato Alessio, la Pensione Bolognese, è stata poi ereditata e data in gestione per essere poi acquistata e trasformata in una realtà diversa. Un Condhotel? Chissà. Con la sua demolizione se ne andrà una parte della nostra identità.

Qualcuno potrà dire che non è la presenza di una struttura riecheggiante il passato, che possa impedire il cadere nell’anonimato e nell’omologazione generale. Forse non sarà certo così, ma le atmosfere sono il risultato anche di un immaginario e queste vecchie “antiche” strutture aiutano notevolmente a renderci unici. Perché non tentarne un magistrale recupero?

Alessandra Prioli

“La Sgrignarèla” prima edizione con il botto: che successo!

Grande successo per il ritorno del teatro dialettale targato Famija Arciunesa.

Il dialetto è tornato ad essere protagonista con Famija Arciunesa che ha dato nuovamente vela alla consolidata tradizione delle commedie dialettali a scopo benefico. 

E’ nata con questa volontà la stagione dialettale “La Sgrignarèla” capace di unire le radici e i valori della tradizione alla solidarietà, alla voglia di stare insieme e al buonumore. Iniziativa che ha goduto del patrocinio de Comune di Riccione e della prestigiosa cornice della Sala Granturismo presso il Palazzo del Turismo.

 

“La risposta del pubblico è stata sorprendente” ha dichiarato il Presidente di Famija Arciunesa Francesco Cesarini “Con diversi “tutto esaurito” per le cinque rappresentazioni portate in scena per sostenere la Caritas di Riccione ed una replica dello della commedia della compagnia “Attori per caso” a sostegno dell’attività della Croce Rossa Italiana Comitato di Riccione”

 Sul palco hanno regalato risate i migliori interpreti del teatro dialettale del territorio: “Bagnino Gastone” con “Quei dal Funtanele, gli “Attori per caso” con “La v-ciaia la è bròta”,  la compagnia Hermanos con “Quand e nas un vec”, i Senza Prescia con “E feva ben Niron” e La Carovana in “L’America”.

“Una grande ringraziamento a Giuseppe lo Magro che ha coniato il nome della rassegna curata insieme all’atra colonna di questa prima edizione del dialetto alla Granturismo Pier Paolo Gabrielli” conclude Cesarini “Fondamentale nell’organizzazione l’operato di Simona Silvagni per la prevendita insieme a Luca Fabbri di Idee Regalo Tabaccheria 24 e naturalmente di tutto il Direttivo di Famija Arciunesa in gioco per questa bella iniziativa”.

 

 

L’infografica con la storia di Riccione

Imperdibile per chi ama la Perla Verde e la sua storia fatta di personaggi, eventi e curiosità

Riccione 100 anni di storia” è l’infografica realizzata da Famija Arciunesa  grazie alla preziosa e determinante collaborazione degli studenti e insegnanti di grafica del Liceo Volta-Fellini. Un lavoro inedito che racconta per immagini e brevi testi la storia di Riccione e i suoi personaggi con date, eventi, disegni e ritratti capaci con un colpo d’occhio di dare le principali coordinate sulle origini, lo sviluppo e la storia della nostra città dalle origini fino ad arrivare ai giorni nostri.

Un progetto dal significato profondo, conoscere e valorizzare la nostra storia è uno degli obiettivi della nostra associazione, averlo fatto al fianco degli studenti coinvolti ci rende orgogliosi. E’ stato un lavoro che ci ha visto entrare nelle classi, confrontarci e parlare di Riccione.

I protagonisti del progetto. Classe 4Ca: Bartoli Marta, Bologna Sara, De Sio Karol, Giampreti Gaia, Pastore Michael, Pierucci Stefano, Roccia Denise, Romero Ogando J. Cristal, Signorotti Alessio, Squarzoni Silvia, Vastola Margherita. Classe 4Fa: Amadio Alessia, Balzi Martina, Carlini Luca, Cavalli Valentina, Emanuele Ambra Silvia , Foschieri Andrea , Gasperini Thomas, Gentile Asia Angelina, Guglielmetti Emanuele, Laserpe Ambra, Liverani Allegra, Montagna Liga, Mordini Federico, Postovan Titiana Leolina, Rastelli Davide, Ravaldini Nicoló, Rossi Mirco, Sapigni Manila, Signorotti Benedetta, Tovani Lorenzo.

Ci piace pensare che sia stato come gettare un sasso in uno stagno, innescando in classe e a casa tante conversazioni con al centro la storia della nostra città.

Se si dimentica o si cancella il passato si rende definitivo il presente, qualcosa che non può essere cambiato, per noi è qualcosa che ha che fare con il pensiero critico. Riappropriarsi del passato, per quanto complicato, è quindi un’affermazione di libertà.E allora se vogliamo capire dove andare è utile comprendere da dove veniamo.

L’infografica è stata esposta in tutte le scuole di Riccione ed anche donata alla Sindaca di Riccione Daniela Angelini che si è detta felice di poterla esporre in Municipio.

In mezzo ci sono tante storie fatte di pionieri, conquiste, eventi, la nostra Maria Ceccarini, l’Ospedale, il Giardino d’Infanzia, il porto ma anche Pelè, i locali da ballo, i parchi divertimento, la musica, lo sport, la cultura. Riccione ha una storia breve ma intensa che merita di essere raccontata e ricordata nel suo Centenario anche con strumenti innovativi come questo.

Avere l’infografica “Riccione 100 anni di storia” appesa in casa, nelle sale d’attesa di medici e professionisti, nei bar e in qualsiasi luogo pubblico penso possa essere un vero atto d’amore verso Riccione, spero siate in tanti a desiderarla.

Team di lavoro
Per Famija Arciunesa: ideatore Francesco Cesarini, Alessandra Prioli che ha curato il preziosissimo rapporto con il corpo docenti del Liceo, Paolo Santovito che ha super visionato e coordinato il lavoro grafico e Giuseppe Lo Magro consulente storico.

Determinanti gli insegnanti del Liceo Artistico: Rita Seraghiti, Gloria Pulici, Serenella Gennari, Roberto Caldari, Roberto Furelli che hanno organizzato e seguito il lavoro degli studenti e l’interessamento del Dirigente Scolastico Paride Principi e dell’insegnante Ileana Belluzzi.

Importante il sostegno dell’Amministrazione che ha dato il patrocinio all’iniziativa “Fare scuola con i piedi ed il cuore nel territorio ha un doppio valore” -ha sottolineato l’Assessore alla Scuola Sandra Villa– “Attraverso progetti come questi riusciamo ancora di più a mettere al centro i nostri ragazzi e diamo valore alla nostra storia e identità attraverso uno strumento innovativo ed immediato che Famija Arciunesa ha pensato, in occasione del Centenario, per tutta la città”.

Dimensioni infografica” cm. 50×70 • 12 euro senza cornice • 25 euro incorniciata

La trovate nei nostri punti tesseramento, trovate gli indirizzi sul nostro giornale, o presso la sede di Famija Arciunesa (Mercoledì 16.30-18.30) tel. 0541 643884 potete anche contattare direttamente i nostri incaricati:
Francesco 349 7773390 – Paolo 339 5019846

Attilio Cenni e il suo sviscerato amore per Riccione. Tra sogni e progetti

Tanti gli impegni imprenditoriali e politici.
Ultimo atto d’amore: la donazione delle sue cornee

Persona poliedrica, ironica, quanto un po’ folle, nobile negli atteggiamenti e capace d’incantare chiunque con il suo savoir faire, ma soprattutto mattatore e mente dotata di grande inventiva. Si presentava così il noto imprenditore e politico riccionese, Attilio Cenni, deceduto lo scorso 17 luglio, a circa un mese dal suo 74esimo compleanno per via di un male contro il quale ha combattuto inutilmente, senza però mai perdere quel suo innato entusiasmo per la vita trascorsa sempre con gioia e gaiezza anche danzando.

Difficile racchiudere il suo profilo, la sua personalità in una semplice pagina. Cenni era infatti un vulcano di idee, soprattutto per la sua Riccione, che desiderava fosse sempre all’avanguardia, unica, fucina di nuove tendenze. Attilio, figlio di Biagio Cenni, sindaco dal 22 novembre 1964 al 15 luglio 1975, era molto conosciuto non solo sul fronte dell’imprenditoria, ma anche della politica.

Proprio il suo lavoro da imprenditore l’ha reso popolare fin oltre i confini nazionali. Amante del mondo della notte, era stato socio d’importanti discoteche come la Baia Imperiale di Gabicce Monte e del Prince di Riccione, nonché precursore dei locali del Marano, già dagli anni ’90 ai tempi del Territorio Match Music.

Sempre a Riccione ha pure gestito un’importantissima azienda di beverage, mentre con la famiglia è stato a capo del Grand Hotel Des Bains, dove nel tempo ha accolto ministri e altre personalità, artisti e sportivi di primo piano, dalla Moratti alla Hunzicher, alle grandi squadre di calcio, fino a principi e facoltosi sceicchi arabi. C’era poi l’aspetto politico.

Per anni, infatti, Attilio è stato assessore alla Pubblica Istruzione e al Bilancio, condivisibili o meno le sue idee tenevano sempre banco in città. La politica era nel suo Dna, tanto da occuparsene sempre fino alle ultime elezioni amministrative, nel suo intimo nutriva l’idea di calcare le orme del padre come sindaco. Innamorato folle della sua Riccione, Cenni di buon mattino amava passeggiare in spiaggia. Scattava foto e registrava video che in diretta pubblicava sui social e inviava a 150 amiche.

Atilio Cenni con le figlie Maria, Elisa, Margherita, Valentina e Giulia.

Poi l’attività nel campo dell’associazionismo sempre per la sua amata città, per la quale aveva intrapreso anche un’iniziativa editoriale: la pubblicazione del prestigioso magazine “Riccione”. Nel 2019 con vari imprenditori aveva fatto parte del cartello pro Bonaccini . Tra i progetti in cantiere c’era l’Italia Polo Challenge 2023, che con 84 cavalli e 24 fantini professionisti in arrivo anche da Dubai, Francia, Svizzera e Austria, voleva realizzare in maggio al Marano.

Sua era stata anche l’idea di posare delle panchine panoramiche sulle dune per ammirare il mare d’inverno. Grande l’interesse anche per il porto che avrebbe voluto vedere già rinnovato. Cenni era persona generosa. Lo dimostra il suo ultimo atto d’amore: per volontà personale le sue cornee sono state espiantate per essere donate.

Rimarcano la sua generosità, le figlie, Elisa Valentina, Margherita e Giulia, avute con la prima moglie, Maria Grazia Tosi, anche lei figlia di un sindaco, Dante Tosi, nonché Maria, avuta con Patrizia Saitta, sua seconda moglie, tutte strette attorno a lui assieme ai generi Stefano Bollani e Simone Bruscia.

Per noi sorelle – commentano i suoi cinque “gioielli” – Attilio è stato un papà speciale che tanto si è prodigato per noi”. L’hanno rimarcato anche nel giorno dell’addio, alla presenza di numerosi amici, conoscenti, colleghi e dipendenti, che nella sala del consiglio comunale di Riccione, trasformata in camera ardente, hanno portato tante testimonianze, tra lo scorrere veloce di immagini che hanno raccontato lo spirito e la vita di Attilio.

di Nives Concolino

Laboratorio San Lorenzo, progetto di rigenerazione urbana

La sicurezza a San Lorenzo passa attraverso la videosorveglianza e l’animazione delle aree urbane.

Rilancio e sicurezza delle aree urbane a Riccione passano attraverso un particolare progetto interdisciplinare che intreccia l’attività di più settori, dai Lavori pubblici alla Polizia locale, fino alla Cultura.

Ruota a 360 gradi quello partito in agosto: “Laboratorio San Lorenzo: quartiere clandestino, urbano, contemporaneo”, che punta sulla rigenerazione e sicurezza con la rianimazione dei luoghi pubblici, con la dotazione di videosorveglianza e attrezzature e spettacoli capaci di coinvolgere i residenti e soprattutto i ragazzi che spesso, per dare sfogo alla loro noia, sono protagonisti di incresciosi atteggiamenti e gesti.

L’area “Fitness Park”
Inaugurata lo scorso settembre in occasione della Settimana Europea della Mobilità sostenibile, nel parco in viale Bergamo accanto al centro di quartiere di San Lorenzo, serve a praticare sport all’aria aperta, compreso il parkour.

Non è casuale la posizione, la struttura infatti intende essere a servizio soprattutto di chi frequenta i plessi dell’adiacente polo scolastico e delle numerose associazioni sportive che gravitano nella zona, dove si trovano anche gli impianti della Polisportiva San Lorenzo, la grande palestra comunale e, al di là della strada, la palestra privata Gold. Nell’area fitness, realizzata con materiale di alta qualità, riciclabile al cento per cento, si possono fare vari esercizi ginnici, a corpo libero, trazioni e altro.

Avviato dal già assessore Simone Imola, l’impianto è stato inaugurato alla presenza di Fabio Galli, presidente della Geat, che ha realizzato l’opera, e di Vincenzo Giuliani, vicecomandante della Polizia locale, capofila dell’intero progetto. A fine cerimonia, flash mob che ha visto volteggiare i tangueri di Romagna Portegna, iniziativa di Città Teatro.

Altri eventi della compagnia teatrale
Nell’ambito del Laboratorio clandestino, Città Teatro ha curato altre due iniziative, il “Concerto incendiario” con rapper e altri artisti legati all’hip hop e il “Cenacolo dei saggi” che, in collaborazione col centro di Buon vicinato di viale Caravaggio, Radio Sabbia e Icaro Tv, ha fatto emergere singolari storie, raccontate dagli over ottanta/novanta.

Tra le tante quella di Duilio Pasini, 97 anni che per passatempo va ancora in aeroplano, quella di Duilio Leardini che a 95 anni ogni giorno percorre 35 chilometri in bicicletta, nonché quelle di Giancarlo, memoria storica delle lunghe vicende della chiesa di San Lorenzo, Giovanna che per oltre trent’anni ha realizzato le acconciature per le sanlorenzine e Maria storica cuoca della scuola dell’infanzia Belvedere.

La serata di ricordi e racconti di vita con la lettura di poesie dialettali e zirudele del poeta Mauro Vannucci, è stata guidata da Giorgia Penzo e Francesca Airaudo di Città Teatro. In previsione La Ronda di quartiere con la “Passeggiata scenica urbana” e “La Giornata dello Spaccio col mercatino libero di scambio e riuso” nel giardino tra i viali Cernobbio e Brunate.

San Lorenzo

In primo piano la sicurezza
L’ampio progetto interdisciplinare, a San Lorenzo prevede anche l’installazione di quattro/sei telecamere, e di un dispositivo, che legge le targhe dei veicoli. Tutta questa parte relativa alla videosorveglianza e al controllo dei transiti è in capo alla Polizia municipale, mentre il Comune sta provvedendo a potenziare il cervellone, Centro Stella, per gestire tutti gli “occhi del grande fratello” che sono ormai oltre cento.

Sempre nell’ottica della sicurezza è previsto il potenziamento della pubblica illuminazione in punti critici, a partire dall’imbocco della pista ciclopedonale e relativo sottopasso in viale Giulio Cesare. Come sottolinea Giuliani, “si fa prevenzione a monte, anche con attività non esclusive di Polizia locale, coinvolgendo i residenti e gli stessi giovani”.

Il progetto, frutto dell’accordo di programma tra Comune di Riccione e Regione Emilia-Romagna, richiede un investimento complessivo di 130mila euro, dei quali 104 mila finanziati dalla Regione.

di Nives Concolino

Rudy Bacchini e Famija Arciunesa in goal: donati 1500 euro a Cuore 21

 

ATTRAVERSO LA VENDITA DEL LIBRO “CALCIO IMMENSA PASSIONE” DONATI 1500 EURO A CUORE 21

Rudy Bacchini e Famija Arciunesa donano 1500 euro a Cuore 21 per dare gambe alle molteplici attività della preziosa realtà riccionese. Una donazione resa possibile grazie a “Calcio immensa passione” il libro scritto da Rudy Bacchini, edito da Famija Arciunesa e con il patrocinio del Comune di Riccione, capace di trovare grande riscontro in città.

Una sorta di autobiografia calcistica che ha sullo sfondo sempre Riccione, dai cortili alle strade, ai primi campetti, gli oratori fino ai campi sportivi. Gli inizi con la società parrocchiale Riccione Mare poi la Robur, l’Asar, la Riccione Calcio, la Vis Riccione, la Polisportiva Fontanelle e poi la Riccione Calcio 1926. 

“Ringrazio Famija Arciunesa per avermi accompagnato in questo progetto e anche i tanti che hanno acquistato ed apprezzato il libro” ha dichiarato soddisfatto e felice l’autore del libro Rudy Bacchini “Come avevamo promesso il ricavato della vendita è andato in beneficenza a Cuore 21 ed incontrare i ragazzi per la consegna dell’assegno è stato molto bello, i loro sorrisi mi hanno reso felice e li ringrazio di cuore. Per questo ho anche deciso di donare ad ognuno di loro una copia del libro”.

“Rudy meritava assolutamente di raccontare la sua storia” ha commentato Francesco Cesarini Presidente di Famija Arciunesa “La sua grande passione ha dato l’opportunità a tantissimi riccionesi di poter vivere un’esperienza calcistica importante nella propria crescita personale. Vedere Rudy con i ragazzi di Cuore 21 è stato veramente emozionante, un pò come quando ci allenava”.

“Abbiamo fatto squadra, proprio come ci ha insegnato Rudy: ci eravamo dati un obiettivo e tutti insieme siamo riusciti a raggiungerlo in dieci mesi, vendendo un libro alla volta per poi raccogliere una cifra significativa. E’ stato molto impegnativo per Famija Arciunesa ma anche una grande soddisfazione da condividere con i ragazzi di Cuore 21 e Rudy. Grazie a tutti coloro che hanno acquistato il libro, ancora in vendita nei nostri punti tesseramento (10 euro). 

Riccione terra di suoni e di motori in Piazzale Ceccarini

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Riccione attraverso la storia della Mototemporada  romagnola e dell’automobilismo da corsa.

Riccione in occasione della settimana della Moto GP ha dedicato una serata  alla nostra terra, ai suoi suoni ed all’ amore per i motori “ per i mutor” come si dice dalle nostre parti; un termine dialettale che ben trasmette la passionalità della nostra gente.
In “Terra di Suoni e Motori”, evento che ha avuto luogo in Piazzale Ceccarini il 9 settembre si sono incontrati  due “popoli” differenti: quello del motociclismo e quello dell’ automobilismo. Comune l’amore per il rombo del motore e per la velocità, entrambi esteti della performance su strada e circuito.
Davide Bagnarsi, ricercatore universitario, nonché esperto conoscitore del settore motociclistico, ha ripercorso insieme ai suoi ospiti il motociclista Massimo Rivola ed il produttore di mini moto Maurizio Pasini, la storia di una vecchia e conclamata passione: quella della nostra terra per le gare In moto, passando dagli anni 20 con le gare motociclistiche con i primi rudimentali veicoli all’Ingar, alla Mototemporada, terminata tragicamente con l’incidente di Angelo Bergamotti nell’aprile del 1971.
Carla Aghito, giornalista e scrittrice ci ha introdotti al mondo dell’ automobilismo con  l’ intervista a Gabriele Fabbri, autore del libro “La quinta piena”. Ospite della serata Tazio Taraschi che da Teremo ha pregiato il pubblico  della propria presenza e di quella di un’auto prototipo, una favolosa  monoposto Taraschi realizzata dal padre nei primi decenni del ventesimo secolo.
Alessandra Prioli Vice Presidente Famija Arciunesa

Famija Arciunesa con la sua Vice Presidente Alessandra Prioli ha avuto il piacere di partecipare alla serata occupandosi dell’organizzazione e della realizzazione del testo inedito con cui questo evento realizzato alla velocità di mezzo da circuito,  ha avuto inizio.

Felici di essere stati presenti insieme ad Adriatic Veteran Cars, l’Associazione per la Difesa del Mare, il Moto Club Celeste Berardi di Riccione e naturalmente il Comune di Riccione.
Alessandra Prioli
Foto Daniele Casalboni