23.4 C
Comune di Riccione
sabato, Luglio 27, 2024

Slide Slide Paolucci Web Agency Riccione Slide Slide Slide Slide Slide
Home Blog Pagina 3

“Le donne che hanno fatto Riccione”

1

8 MARZO 2023 – GRANTURISMO: PALAZZO DEL TURISMO RICCIONE

“Difendere ed educare la collettività al principio di uguaglianza o come preferisco dire io, al diritto della diversità nella speranza di poter così assottigliare sempre più le disparità che rappresentano un limite alla sviluppo personale, ma anche sociale”.

 

Si è aperta con queste parole di Eleonora Ruggeri presidente della Commissione Pari Opportunità la serata di musica e parole organizzata dal Comune di Riccione per omaggiare 10 donne che rendono grande Riccione, solo tassello del grande mosaico femminile che ha contribuito alla crescita di Riccione.

L’amministrazione comunale di Riccione e la Commissione pari opportunità, in collaborazione con Famija Arciunesa, hanno animato la serata con al centro alcune protagoniste storiche del turismo riccionese insieme alle nuove imprenditrici e lavoratrici della città, una sorta di passaggio di testimone.

“Il successo di Riccione parte dalle donne – ha detto la sindaca Daniela Angelini – dalla loro capacità  di essere ospitali  e per l’amore verso il prossimo già a fine ‘800 con l’accoglienza dei bambini scrofolosi. La città è quella che è  grazie all’impegno e alla passione di queste donne che hanno dato e stanno dando ancora alla città”.

Selene Cuccurullo, vice presidente della C.P.O., ha letto alcuni Articoli della Costituzione dedicati ai diritti delle donne mentre Marina Zoffoli, Ass. Pari Opportunità, ha salutato con soddisfazione l’esordio della neo eletta commissione.
Una serata di racconti, aneddoti e testimonianze delle protagoniste della storia della Perla verde dell’Adriatico.

Anna Maria Assirelli Ricci (Gruppo Atlantic)
“Ho acquistato l’Atlantic ad Aprile 1969 con l’aiuto di mio marito il notaio Alberto Ricci. Nella crescita è stato inizialmente determinante il supporto del direttore Osvaldo Barbieri, il personale è sempre stato importantissimo nella nostra offerta e sentire continuamente i miei clienti felici e soddisfatti è sempre stata una grande gratificazione.
Ricordo con nostalgia gli anni ’80, le feste al “Rouge & Noir” (il locale da ballo interno all’Atlantic), scorrevano fiumi di champagne ed aragoste vive che in aereo arrivavano dalla Sardegna. Erano bei tempi ma dobbiamo darci da fare tutti per farli tornare! Personalmente ce la sto mettendo tutta per elevare gli standard dei miei Hotel e servizi per poter attrarre quel tipo di turismo di qualità”

Maria Teresa Angelini (Zona 73)
“La mia famiglia gestisce da sempre la zona 73, oggi assieme a mia figlia Cristina Martinucci e la nipote. Un mestiere tramandato da mio padre che assieme a due fratelli hanno rilevato la spiaggia a loro volta dal loro padre che aveva acquisito la concessione della spiaggia dal re Vittorio Emanuele II perché la si utilizzasse per la elioterapia. La nostra gestione familiare parte dal 1895.
La spiaggia è finita col diventare per la famiglia una seconda casa. La soddisfazione è quella di avere clienti storici che hanno visto nascere mia figlia e mia nipote, si è instaurato un rapporto affettivo. Il lavoro è cambiato, prima era più fisico ma un tempo sembrava più semplice perché la clientela era meno pretenziosa rispetto a quella di oggi”.

Laura La Rota (Leneredi)
“Ho cominciato a lavorare nel turismo all’età di 14 anni. Nel 1963 mi sono sposata per poi maturare una preziosa esperienza in un campeggio a Riccione ma volevo crescere così con un pizzico di audacia e tanta passione, mi sono messa in gioco ed ho gestito un albergo per 13 anni.
Nel 1981 è nata l’esperienza in spiaggia con il bar “Lenederedi”, nome nato da un villaggio turistico sul mare di San Salvo (Chieti) che si chiama Le Nereidi, le ninfe del mare.
Due dei miei figli si chiamano Lene e Redi, abbiamo giocato unendo i nomi. E’ stato per me importante inserire i miei tre figli nell’attività, insegnando loro un mestiere avendoli costantemente sott’occhio. Ora, dopo tanti anni, abbiamo affittato il locale”.

Adelaide Mantellato (Boutique Adelaide Junior)
“Da una vita sono impegnata nella mia attività, che ha rappresentato e rappresenta il mio mondo. Amavo ballare e cantare, lo studio non mi appassionava, ho incominciato grazie a una decisione presa in poche ore su sollecitazione di mio babbo, decisi di proseguire nella sua attività e mai scelta fu piu’ azzeccata.
Amo il mio lavoro, ci metto passione, mi sono specializzata nell’abbigliamento per bambini, ci si trova immersi nelle dinamiche particolari delle famiglie ma è tutto molto appassionante. Ho capito che nell’attività sono fondamentali i collaboratori, coloro che condividono un percorso aziendale, avere commesse con me da tantissimi anni è una grande soddisfazione oltre che un valore aggiunto”.

Ines Ronci (Ultracentenaria)
“Considerata i miei 108 anni, fisicamente sto bene, merito del mio medico, che mi ha aiutato a sconfiggere anche il Covid. A sei anni, da Santa Maria in Cerreto, sono venuta ad abitare qua. Ronci a Riccione lo colleghi subito al mulino che proprio mio babbo gestiva insieme ai miei fratelli. Quella volta c’erano quattro locali e il Paese, poi è stato costruito il Palazzo del Turismo, la chiesa di Gesù Redentore alla quale hanno lavorato anche mio marito e altri familiari. Ho vissuto i duri anni della guerra, ricordo don Giovanni Montali. I fascisti erano andati a prenderlo con i manganelli per ucciderlo.
Lui gli disse: lasciatemi celebrare la messa poi verrò con voi, quella volta a fine celebrazione andarono via. Mio marito è morto nel 1952 a 39 anni, era la persona più cara che avevo al mondo. Sono rimasta sola con mio figlio Aldo (titolare dell’hotel Poker), finchè la famiglia si è allargata con mia nuora, nipoti e pronipoti. Ho lavorato in albergo per anni in cucina facendo la sfoglia per i clienti che apprezzavano ma mi adoperavo facendo quello di cui c’era bisogno ed è sempre stata una grande soddisfazione ricevere i loro complimenti. A tutte le donne faccio un grande abbraccio e suggerisco di vivere sempre nell’onestà”.

Licia Vichi (Libreria Bianca e Volta)
“Erano già diversi anni che coltivavo il sogno di aprire una libreria, fin da piccola ho amato i libri e l’esperienza lavorativa in una libreria di catena mi ha fatto capire quale fosse la mia strada.
Desideravo aprire un luogo in cui sentirsi come a casa, dove le persone potessero essere accolte e incoraggiate alla lettura. Quando ho saputo che la libreria Bianca e Volta avrebbe chiuso, ho deciso di rilevare l’attività e da marzo 2022 sono partita. Per me era impensabile una Riccione senza librerie indipendenti. Ci sono tantissime soddisfazioni, quando i clienti ritornano contenti perché il libro consigliato è piaciuto, sento sempre un gran calore nel cuore, il mio lavoro in fondo è quello di creare e sostenere una comunità di lettori”.

Milena Neri (Sac à Poche)
“Sono sempre stata una persona volitiva e vogliosa di mettermi in gioco. A Riccione molti mi conoscono per l’avventura della Brasserie, nata su intuizione di Bruno Greppi del Bombo, dove prima ho lavorato come dipendente e dal 1992 come gerente. Ci ho messo cuore e passione.
Agli inizi non è stato per nulla semplice, ero separata con un bimbo piccolo ma con determinazione sono andata avanti facendo anche due lavori al giorno. Fiere, matrimoni, catering, nulla veniva lasciato al caso, l’accoglienza e la coccola del cliente sono il mio marchio di fabbrica. Con la mia nuova attività “Sac à Poche” durante il Covid sono andata fino a Rimini per consegnare una brioche! I dettagli fanno la differenza e amo circondarmi di un personale giovane perché credo in loro”.

Donatella Gelestreti (Natural Durante)
“Essere vegana e dover preparare il ragoût non poteva andare avanti. Così con la mia socia nel 2017 siamo partite con l’idea iniziale di un truck food ma il nostro commercialista ci ha in qualche modo aiutato a prendere uno spazio ed aprire una rosticceria. Il Covid ci ha messo alla prova e ci siamo reiventate con il delivery.
La grande soddisfazione è di far provare una cucina vegetale che piace a tutti (la maggior parte dei clienti non è vegana) e in questo modo posso dare un piccolo contributo alla sostenibilità ambientale.
Abbiamo pure assunto un ragazzo immigrato che grazie all’impiego ha trovato stabilità e soprattutto è diventato un punto fondamentale della nostra realtà, il suo arrivo è stato una benedizione. Ora vorremmo anche diventare un negozio plastic free e meno impattante”.

Cinzia Battarra (Indaco)
“Indaco perché da piccola dissero ai miei genitori che ero una bambina indaco. Nella new age sono i bambini un po’ particolari, in sintonia con la natura. Da qui il nome del locale, un luogo per me speciale: prima ero una grafica e così ho coronato il mio sogno, farlo con dei soci con cui ho grande affinità è molto stimolante.
Il posto scelto a fianco del Grand Hotel ha fatto il resto, è perfetto. Con il Covid l’inizio è stato complicato ma ogni volta che riaprivamo i clienti tornavano e aumentavano. L’obiettivo è migliorarsi, il margine di crescita è infinito.
Abbiamo fatto tutto da soli, siamo in tre e questa la nostra forza.

Carla Santorini (storica parrucchiera)
“Quando sono arrivata a Riccione da Santarcangelo non conoscevo nessuno. Gli inizi sono stati piuttosto complicati ed il salone era spesso deserto, addirittura in negozio non c’era neppure l’acqua calda e quindi dovevamo arrangiarci scaldando l’acqua per poi utilizzarla con le clienti. Con il passare del tempo con tanta pazienza e passione ho incominciato ad avere la mia clientela che si riconosceva nel mio lavoro e nel mio modo di fare”.

di Francesco Cesarini
ph: Daniele Casalboni

Clamoroso successo all’IPO Sanremo 2023 per il riccionese Zlatin Penev

0
Zlatin Penev fresco vincitore del IPO Sanremo 2023 (foto Italia Poker Club)

Il riccionese Zlatin Penev vince l’IPO Sanremo 2023 e porta a casa 280mila euro.

Clamorosa vittoria per il riccionese di origine bulgara Zlatin Penev che nel torneo di poker IPO Sanremo 2023 si aggiudica il primo posto ed incassa la prima moneta del valore di ben 280mila euro. Una cavalcata che ha visto Zlatin mettere in fila tutti i suoi avversari in un torneo che ha visto ben 3560 paganti.

Il riccionese è stato l’autentico protagonista del tavolo finale dove già partiva in testa grazie ad una condotta di gioco sempre perfetta. L’epilogo ha visto Zlatin battere l’austriaco Andreas Frahli classificatosi secondo.

Avvicinato al termine della decisiva mano (vinta con una scala arrivata sulla penultima carta del board) Zlatin Penev, visibilmente soddisfatto ed emozionato, si è limitato a dichiarare “Non ho parole” marcando però come sempre la sua romagnolità “con questo successo abbiamo portato il poker in Romagna, io sono di Riccione”.

Zlatin Penev mostra la mano finale vincente del torneo Sanremo IPO 2023 (foto Italia Poker Club)

Una storia quella del 24 enne Zlatin Penev relativamente recente che lo ha visto inanellare negli ultimi due anni una serie importante di successi che lo hanno proiettato tra i migliori interpreti Pro del Texas Holdem.

Come funziona? Semplice, ci si iscrive versando la quota (a Sanremo er di 490 euro) di partecipazione e poi tutti i partecipanti si siedono al tavolo con l’identico numero di fiches (stack) con l’obiettivo di eliminare gli avversari: non si giocano quindi soldi in contanti durante le mani ma solo la posta iniziale di iscrizione e quindi non siamo nel mondo dell’azzardo ma in quello definito poker sportivo.

VITTORIE E RISULTATI
Zlatin continua nel suo percorso di crescita nella variante del Poker Texas Holdem e nel dicembre 2021 mette a segno un bel 4° posto da 44.800 euro alla World Series of Poker Europe al King’s Resort di Rozvadov in Repubblica Ceca che vedeva al tavolo iniziale 535 partecipanti.

Poi a Malta la scorsa estate arriva la consacrazione del riccionese. A giugno vince il “The Poker One”, ormai un classico appuntamento firmato StanleyBet: 1° classificato su 210 iscritti, al tavolo finale batte anche il giornalista sportivo Riccardo Trevisani aggiudicandosi i 90 mila euro della prima piazza. Per finire arriva l’ultimo successo, il più importante di tutti, il PokerStars Summer Festival di Malta: iscrizione 1100 euro, Zlatin sbaraglia la concorrenza e porta a casa il primo posto da ben 144.630 euro.

Il resto è cronaca di queste ore ed è la clamorosa vittoria nella notte del 10 maggio dell’IPO Sanremo 2023 che gli è valso un assegno da 280mila euro.

Giornale n. 2-2023. Un Ecocardiografo per l’Ospedale Ceccarini

0

E’ una questione di cuore. Già, il legame con il nostro Ospedale Ceccarini è fortissimo, lì in tanti sono nati e quasi tutti ci sono passati maturando la profonda consapevolezza del suo nome che ci rimanda a Giovanni Ceccarini, marito di Maria Boorman Wheeler Ceccarini,
la nostra benefattrice. Fin qui la storia.

Ma i fatti del passato spesso si mischiano alla cronaca e così dopo aver archiviato la raccolta fondi da oltre 100 mila euro di “Riccione contro il Coronavirus” Famija Arciunesa ha deciso di rilanciare con la nuova iniziativa “Insieme per un ecocardiografo”.

Come e perché? Ve la faccio breve…
Tutto nasce da una telefonata di un amico sanitario per segnalare l’esigenza di una strumentazione minore, poi da un veloce confronto con il Direttore del Presidio emerge una necessità più importante ma anche più consistente economicamente, ci aggiriamo sui 100 mila euro.

E davanti ad una forte esigenza del nostro Ceccarini cosa potevamo fare?
Quello che hanno fatto tutti coloro che ci hanno preceduto: metterci in gioco.

In questi giorni ci ha lasciato Renzo Manaresi, un amico, uno dei “babbi” di Famija Arciunesa ed anche nel suo ricordo e di quanto ha fatto per la comunità e l’ospedale che ci attiviamo nuovamente per raccogliere i fondi necessari per l’acquisto di un ecocardiografo per Cardiologia, ci farà fare un salto di qualità molto importante.

Nella precedente raccolta abbiamo imparato come il legame con il Ceccarini sia sentito non solo dai riccionesi ma anche da misanesi, cattolichini, corianesi, morcianesi… insomma da tutti coloro che periodicamente varcano l’ingresso del nostro Ospedale, riconoscendo il valore delle persone che ogni giorno lì dentro si prodigano per la nostra salute.

Ed ora l’Ospedale Ceccarini ha bisogno di noi per sistemare al meglio l’Unità Operativa di Cardiologia. In fondo manutenzione deriva da “manu tenere” ovvero “tenere per mano” e francamente faccio fatica ad immaginare qualcosa di più importante di
questi tempi.

E’ aperto il tesseramento per il 2023, sosteneteci!

Francesco Cesarini
Presidente Famija Arciunesa

Amarcord l’allegra combriccola nel giardino di Hendler con Pelè

0
Da sin. in piedi: Ginetto, XX, Gino, XX, Pupo, Pelè, Signorini, XX, Pucci, Bulbò, Veneziano, Berto, Carlo “Ghér”. Accosciati: “Tulo” Del Bianco, “Tòr” Giulianelli, Giorgio, Dario, Walter.

Siamo alla fine degli anni ’60 e Ronald Hendler l’imprenditore tedesco che portò due volte a Riccione il super-campionissimo brasiliano “Pelè”, prima in una tappa del suo viaggio di nozze e poi con la squadra del Santos (amichevole allo Stadio Comunale contro il Venezia), era innamoratissimo di Riccione. Amava frequentare il porto e aveva stretto una calorosa amicizia con tanti marinai. Così era nata la tradizione, durante i suoi soggiorni estivi, di invitarli una sera a cena nella sua villa di Viale Arno (alla Punta de l’Est).

Il naufragio della barca Saluzzo a Bellaria

0

Tra i drammatici naufragi delle imbarcazioni riccionesi la storia ci consegna il ricordo della “Saluzzo”.

Era il 3 marzo 1852, in una fortissima burrasca presso Bellaria, affondarono cinque barche e morirono 25 pescatori di Rimini e di Riccione. Una era di proprietà di Giovanni “Saluzzo” Rastelli (n.1807) di Riccione, già pescatore pelagico, con cinque uomini di equipaggio.

Il mare non restituì mai di corpi di: Antonio Rastelli (25 anni, parone), Natale Casali (24), Marco Quadrelli (21), Luigi Arcangeli (21) marinai e Matteo Pecci (13) morè.

Cronaca tratta dall’Archivio parrocchiale di San Martino di Riccione. Diario di Don Carlo Tonini. Nota finale: “Dopo la burrasca si prendono moltissime grancevole che in copia tale non si ricorda a memoria d’uomo

Renzo Manaresi: poliedrico e infaticabile, un riccionese vero

0

Ci ha lasciato Renzo Manaresi, tra i fondatori di Famija Arciunesa e per anni babbo della nostra associazione.

Superattivo e decisionista, scanzonato e ironico, un romagnolo verace, ma soprattutto grande amante della sua Riccione. Renzo Manaresi, 83 anni, molto noto
non solo per la sua attività professionale, ma anche per l’impegno profuso in politica e soprattutto nel mondo dell’associazionismo e del volontariato, se n’è andato per sempre in punta di piedi lo scorso 12 marzo 2023 tra la commozione generale di quanti l’hanno conosciuto, ma già da qualche anno era uscito dalla scena pubblica per motivi di salute.

Nutrito il suo curriculum che ha fatto di lui un uomo poliedrico. Manaresi è stato consigliere
comunale, “Babbo”, ossia presidente e cofondatore di Famija Arciunesa, ne ha addirittura suggerito il nome, prendendo spunto dalla Famèja Bulgnèisa di Bologna.

“A Renzo va un grande grazie per quanto ha fatto per Famija Arciunesa” – sottolinea Francesco Cesarini attuale Presidente di FA“ma anche per il profondo amore che ha sempre profuso per Riccione. Renzo ha tracciato una via di cui oggi FA è testimone attraverso la sua quotidiana attività. Grazie Renzo!”.

Nato il 22 maggio del 1939 all’Aiuto materno di Rimini e presto rimasto orfano, aveva trascorso il periodo della guerra con la nonna e gli zii nella casa di famiglia in viale Nazario Sauro all’Abissinia. Dopo aver lavorato in alcune autoscuole, ne ha fondata una sua, la Gamma, dove hanno conseguito la patente d’auto e di nautica almeno tre generazioni di riccionesi.

Renzo Manaresi al taglio del nastro di una delle innumerevoli iniziative di FA insieme a Anna Maria Marabini (moglie di Jimmy Monaco) e il Sindaco Massimo Masini

Ma solo durante i suoi tre mandati da presidente di Famija Arciusesa, dal 1992 al 2001, ha palesemente espresso il suo amore per Riccione, organizzando tante iniziative come la festa itinerante del compleanno di autonomia comunale della città nei quartieri, dove ha pure lasciato segni tangibili, ha poi organizzato mostre, il concorso dei cani e quello dei dolci, nonché la gara dei presepi e la famosa “Vegia”.

Nel frattempo, durante la giunta guidata dal sindaco Daniele Imola, dal 1999 al 2004 è stato capogruppo consiliare de I Democratici, mentre negli anni sociali 1994/1995 e 2003/2004 ha rivestito il ruolo di presidente del Lions Club Riccione.

Renzo Manaresi e il taglio della torta per il compleanno di Riccione insieme al Sindaco Massimo Masini.

Spinto dal suo innato spirito d’intraprendenza, negli anni 2000 ha fondato l’associazione “Amici del cuore”, promuovendo altre iniziative benefiche, in particolare pro ospedale Ceccarini. “Con Manaresi Riccione perde una persona buona e generosa, un uomo profondamente innamorato della sua città – commenta la sindaca Daniela Angelini – . Si era impegnato nella politica e nell’associazionismo sempre con l’obiettivo di fare il bene al prossimo”

Il RICORDO DI RENZO DI GIUSEPPE LO MAGRO

Ho raccolto la sua eredità, il suo entusiasmo e la voglia delle sfide sempre nel segno della solidarietà e della tradizione… e del grande amore per Riccione. Renzo ha spianato la strada per tante iniziative e ha dato l’impulso per provare a realizzarle nuove idee.

Un episodio: Compleanno a San Lorenzo, per guardare Riccione dall’alto aveva affittato un elicotterino, era proprio uno “sputo”, e al suo interno ci si stava a malapena in due più il pilota.

Nessuno aveva il coraggio di salirci e bisognava che ci fossero dei voli per rientrare dalla spesa. Così siamo saliti… lui presidente ed io vice. Lassù era bellissimo e gli ho dissi: “Sa cascam la Famija l’arvènza senza guida” e lui in risposta con la risatina che lo rendeva simpatico: “Fam pansè ènca ilé!” …E mi sono sbellicato pure io, anche se avevo un bel pippaculo. Con Renzo la Famija Arciunesa ha abbracciato tutta Riccione. Ciao grande “babbo”.

100 anni fa moriva il pioniere N. H. Conte Giacinto Soleri Martinelli

0
Il Conte Giacinto martinelli

A 100 anni dalla morte del Conte Giacinto Martinelli il ricordo di uno dei pionieri della Perla Verde. L’idea di una “Città Giardino” si concretizzò acquistando 90.000 mq. che lottizzò e ne fece zona residenziale

Nato il 10 Ottobre 1841 a Santa Colomba (Siena), ereditò il titolo dal padre Pietro Soleri che lo ebbe dal conte Giacinto Martinelli. Sposò la N.D. Giovanna Conati. Uomo intelligente, di cultura, intraprendente, generoso con uno spiccato senso dello humor, battuta pronta, parlare semplice e spesso suadente (usava il dialetto con chi di dovere), vestiva la redingote, un poco cicciotello (era una buona “forchetta”) ed era sciancato.

Villa Martinelli

Viveva con la moglie, la cameriera Colombina e il giardiniere, cocchiere (tuttofare), “Erculèin”. La villa in stile chalet svizzero, con una pennellata di liberty, sorgeva su di una duna (area attuale del Grand Hotel) vista mare, ingresso sull’attuale Viale Gramsci. Giardino curatissimo, ambientazione romantica, laghetto con pesci rossi, ponticello che lo attraversava per andare al bianco chioschetto in mezzo al verde. Per i suoi spostamenti si serviva di un “break” (“caratèla”), trainato da un asinello condotto dal fido Erculèin. Aveva viaggiato molto nelle capitali europee, in particolare Parigi e Berlino, facendosi una cultura urbanistica che impiegherà per elaborare la sua idea di Riccione “Città giardino” per un turismo residenziale e di qualità.

La prima chiesa al mare

Acquistò 90.000 mq. di terre sabbiose sotto la ferrovia tra Viale Viola (ora Ceccarini) e Viale Milano (ora Cesare Battisti) e la linea demaniale ove realizzò la lottizzazione (1901); costruì la sua villa con annessa dependance per il fido lacchè (1878-79); in società con Emilio Amati eresse l’ospizio “Amati-Martinelli” per bambini scrofolosi (1877), il primo a Riccione e secondo in Romagna dopo il Matteucci di Rimini (1870); donò un’area per la costruzione della prima chiesa al mare. Ha rappresentato la comunità riccionese nel Consiglio Comunale di Rimini, nelle elezioni del 1880, 1884 e 1889.

1986 i Campionati Mondiali di Bmx a Riccione

0
Riccione 1986 - 9* Campionati Mondiali di Bmx in zona stadio (dove oggi c’è il nuovo parcheggio). Dopo l’uscita del film E.T. impazza la bmx. Si sfidano 600 ragazzi, provenienti da 12 nazioni, dai 12 ai 20 anni. Tu te lo ricordi questo appuntamento mondiale? Nella foto Archivio Zangheri la mascotte della manifestazione.

Mondiali Bmx a Riccione, corre l’anno 1986

Non c’è dubbio per i mondiali di BMX a Riccione tirava un’ aria californiana: paracadutisti che piovevano dal cielo, sbandieratori, fanfare, discorsi delle autorità (quelli ci sono ovunque…) ma soprattutto perché, vicino alla pista in zona stadio dove oggi c’è un grande parcheggio, sbocciarono per l’occasione chioschi di hamburger, anziché piadina.

Uno scenario unico con la carica dei 600 ragazzini della Bmx, le minibiciclette da cross diventate famose dopo il film di E.T. Eravamo nel pieno degli anni ottanta, per la precisione 18-20 luglio 1986.

Protagonisti piccoli superman delle ruote artigliate, con le spalle imbottite come giocatori di football americano, nei loro caschetti, nelle loro tute dai colori accesi. Allora la BMX (abbreviazione di Bicycle Motocross) era il sogno di tanti ragazzini, disciplina ciclistica nata negli Stati Uniti nel 1968 e rapidamente diffusasi nel resto del mondo nel corso del decennio successivo, soprattutto grazie al film di Spielberg con l’iconica scena dei piccoli eroi che volano sulle due ruote.

I cancelli di partenza della pista, sullo sfondo il campanile della Chiesa San Lorenzo.

Si arrivava in Romagna dopo l’edizione dell’anno precedente di Jesolo con circa 600 i partecipanti, tutti tra i 12 e i 20 anni, provenienti da 12 nazioni che per tre giorni gareggiarono a Riccione nelle 14 categorie previste. La pista, si trovava dove oggi c’è il nuovo parcheggio della zona stadio, venne definita dai partecipanti magnifica: 260 metri di saliscendi in terra battuta rossa, con una partenza con cancello e pendio asfaltato per venti metri con le otto corsie delimitate per i partecipanti di ogni manche.

Manifestazione veramente di respiro mondiale: Brasile presente con cinque ragazzi, otto dallo Zimbabwe e un colombiano. Oltre a loro tanti dall’Europa: Svizzera, Belgio, Austria, Germania,Spagna, Olanda, San Marino, Francia, molti arrivati a Riccione in camper sognando le gesta del film E.T. 200 gli italiani al via con quelle bici (150 mila lire allora il costo medio) e tanti genitori al seguito. Molti di loro saranno tornati con figli al seguito, forse oggi con con una e-bike.

Giornale n. 1 2023 – Aumenta tutto, anche il nostro entusiasmo per Famija Arciunesa

1

Non devo raccontarvi niente, ognuno di noi è alle prese con l’aumento del costo della vita, dell’energia e delle materie prime.
Ci siamo andati a sbattere pure noi di FA: la carta del giornale che state sfogliando è aumentata più del 60%. Clamoroso.

Ma siamo Famija Arciunesa e come tutti voi ci stiamo dando da fare per portare avanti l’attività della nostra storica associazione e del suo giornale. Ancora una volta i nostri inserzionisti hanno compreso fino in fondo il senso di quello che facciamo: la volontà di raccontare, divulgare e valorizzare la storia di Riccione, le nostre radici e la tradizioni, senza mai dimenticare la solidarietà.

E così tra i tanti imprevisti che possono capitare in un progetto editoriale o incrociando il vuoto di chi ha imbrattato la nostra sede succede anche che ti arrivi il messaggio da un punto tesseramento per raccontarti di una ragazza bolognese, appena trasferitasi nella Perla Verde, che acquista in un colpo solo l’infografica sulla storia di Riccione, realizzata da FA insieme ai ragazzi del Liceo Artistico, e tre nostri libri dedicati alla nostra città. Evviva!

Avere un’identità, riconoscersi in essa, sentirsi parte di una comunità sono e saranno sempre, per fortuna, esigenze primarie per ogni individuo.
Chat, forum e gruppi alimentano la “comunità virtuale”,
anche noi di FA lo facciamo ma tutto ciò non soddisfa in pieno l’esigenza di ritrovarsi fisicamente, guardarsi negli occhi, essere in contatto nello stesso luogo, creando valori e significati condivisi: un senso di appartenenza.

Il progetto dell’infograficaRiccione 100 anni di storia”, pensato per il Centenario, è una delle risposte che abbiamo provato a dare a questi bisogni.
Ci è stata richiesta da alcuni nostri inserzionisti, per gioco sono così diventati i nostri testimonial, qualcosa che potrebbe avere un effetto domino con tanti altri imprenditori, professionisti, albergatori, bagnini, commercianti, artigiani che si mettono in gioco acquistandola ed esponendola.
E’ veramente bella e interessante, fatelo! Come al solito i proventi andranno a sostenere le nostre iniziative di solidarietà, l’ultima cronologicamente la spesa in prodotti alimentari di 1000 euro per l’Emporio Solidale.

Per ritrovarci durante le festività abbiamo invece riproposto il contest “Vota il Presepe”, attivato il mercatino delle Pigotte con l’Unicef nella nostra sede (nuovo orario di apertura mercoledì 16.30-18.30) e presentato due nuovi libri.

Tutti i dettagli si trovano in questo primo numero del 2023 di Famija Arciunesa che a da 43 anni entra nelle case dei riccionesi e, con un sorriso così, vi assicuro ancora per tanto tanto tempo!

Abbiamo anche aperto il tesseramento per il 2023, sosteneteci!

Francesco Cesarini
Presidente Famija Arciunesa

Giornale n. 5 2022 – Natale a tavola, tra algoritmi e cappelletti

0

Mettendo a tavola più di 200 persone nell’ultima cena di beneficenza riflettevo su come stia cambiando il mondo. Mi districavo nella geografia di conoscenze e amicizie per comporre i tavoli: la volontà era quella di mettere tutti a proprio agio per una bella serata conviviale e pensavo come oggi a farlo per noi sia spesso un algoritmo, una formula matematica che si attiva per facilitarci le decisioni.

Succede sui social per incrociare profili affini con cui ritrovarci a parlare e magari un domani anche per sederci a tavola solo con quelle persone con cui condividiamo medesimi gusti, interessi ed idee. Tutto ciò presuppone l’utilizzo di meno empatia, è più semplice, ci si ricava una propria comfort zone.
Ma l’empatia è determinante nelle relazioni e andrebbe allenata ogni giorno. C’è dunque il rischio di perdersi un pezzo di mondo e la capacità di relazionarsi per comprendere un punto di vista differente dal tuo.

Avete presente il clima da rissa che c’è in giro?
Ecco. Manca lo sforzo di entrare in relazione, viene a meno l’empatia, siamo fuori allenamento, ci si arrocca marcando confini, lo facciamo di continuo anche inconsapevolmente mentre la tecnologia cerca di fornirci un modello di realtà prevedibile, illudendoci di avere tutto sotto controllo: succede nel remarketing quando facciamo acquisti online o addirittura nell’educazione dei figli utilizzando le App.

Il paradosso è che la nostra crescente dipendenza dalla tecnologia rischia di farci diventare più incapaci e vulnerabili rispetto ad un mondo reale che da complicato si è trasformato in complesso ma soprattutto imprevedibile,
dove i modelli matematici predittivi sembrano contare veramente poco.
Stiamo attraversando l’ennesima crisi finanziaria, il Covid, la guerra, l’emergenza energetica, tutte vicende che ci hanno fornito scenari imprevedibili.
Resilienza, capacità di adattamento, coraggio, sperimentazione, creatività sono state e sono determinanti per cambiare abitudini e riferimenti.

Ritrovarsi, guardarsi negli occhi, mettersi nelle scarpe degli altri potrebbe essere più utile di un rassicurante algoritmo che simula una quotidianità sotto controllo mentre il mondo reale, quello vero, ci riserva continuamente imprevisti.
Gli analisti sostengono che i nostri figli nel prossimo futuro saranno occupati in mestieri che oggi per il 60% non esistono.

E come reagiranno davanti all’imprevisto? Si affideranno ad una App?
Forse servirà poco anche la nostra esperienza professionale perchè il mondo del lavoro cambia troppo velocemente.

Alla fine conteranno ancora una volta le relazioni, gli amici, i rapporti fiduciari,
i sentimenti, il pensiero profondo.
In questo mare d’incertezze, “stare a tavola” anche senza segnaposti è un esercizio utile per tornare ad essere curiosi, conoscere ed apprendere.
Fatelo anche a Natale, magari con quello zio spocchioso che vedete una volta all’anno, con la seconda moglie di vostro fratello che non sopportate oppure con il fidanzato di vostra figlia con le AirPods sempre sparate a mille nelle orecchie e anche con la suocera che poi, nonostante tutto, due cappelletti in brodo come dio comanda, ve li ha sempre preparati.
Di questi tempi…
Buone Feste.

Francesco Cesarini
Presidente Famija Arciunesa