Sergio Semprini, classe 1930, è stato uno dei più grandi ciclisti che la Perla Verde abbia visto nascere.
GLI INZI CON IL FEDELE SCUDIERO MARA
Sergio Semprini iniziò a correre a Riccione da giovanissimo seguito dal suo fedele scudiero, il cugino Mara massaggiatore e super tifoso, vincendo parecchie gare nella categoria Allievi. Andava forte Sergio e passato Dilettante arrivò puntuale la prestigiosa convocazione in azzurro per partecipare con la nazionale all’impegnativa Varsavia-Berlino-Praga.
Sergio Semprini
LA NAZIONALE
Semprini passista e velocista in continua crescita catalizzò l’attenzione dell’allora C.T. della nazionale maggiore Giovanni Proietti. Si ritrovò così a gareggiare insieme ai big del ciclismo italiano come Fabbri, Zucconelli, Ciancola, Bruni, Ranucci e Baldini. Volava Semprini, lasciando presagire una carriera fatta di tante soddisfazioni.
IL TRIONFO NELL’ANCONA-PESCARA
Tra le vittorie memorabili da dilettante a Riccione ancora ricordano quella dell’Ancona-Pescara del 12 aprile 1953 alla spaventosa media oraria, ancora imbattuta, di 45.9, insomma la “La freccia dell’ Adriatico è diventata razzo” titolavano i giornali sportivi di allora.
132 i partenti con Semprini protagonista in volata sul Lungomare di Pescara capace di regolare il gruppo con un imperioso allungo in grado di battere anche Villa e Bruni, entrambi sul podio.
IL DESTINO VOLTA LE SPALLE A SERGIO
Ma il destino ad un certo punto voltò le spalle a Sergio che già con il contratto in tasca da professionista per la Legnano durante l’ultima gara della stagione da dilettante fu travolto da un’automobile. Semprini uscì dall’incidente malconcio e con diverse fratture. Cercò di ritornare ai livelli precedenti con una volontà ferrea, ma la “gamba” che faceva la differenza non torno mai più e così, quello che sembrava un profilo destinato a diventare un campione del ciclismo, incominciò la carriera d’mprenditore edile.
Sergio Semprini ci ha lasciati qualche mese fa all’età di 92 anni ma il suo ricordo grande corridore è sempre vivo tra i riccionesi.
Don Carlo Tonini è stato decisivo nello sviluppo del turismo a Riccione.
La volontà di dare un’economia alternativa alla pesca e all’agricoltura lo spinse a coinvolgere la borgata nell’ospitalità dei bambini affetti da scrofolosi.
Serviva la fermata del treno, la stazione e poi i primi ospizi marini.
1862 IL TRENO FINALMENTE FERMA A RICCIONE
La prima fermata sperimentale alla stazione della Perla verde risale al 1° gennaio 1862, ma occorsero tre anni e l’impegno e l’ostinazione dell’umile e instancabile parroco don Carlo Tonini perché la città avesse un collegamento regolare e costante con i centri limitrofi. Fu una vera e propria battaglia per la stazione ferroviaria che poteva cambiare le sorti della borgata. La fermata era in corrispondenza del passaggio a livello e del piccolo casello realizzato proprio dove la strada ferrata si incrociava con l’unica arteria che collegava la zona marina col vecchio borgo, cioè, appunto, viale Viola.
1891 PRIME CONSEGUENZE DELLA STAZIONE DI RICCIONE
Nel 1891 avvenne l’inaugurazione della nuova stazione che si trovava dov’è tuttora. L’arrivo del treno rappresenta l’elemento di svolta nella vita della città. Dapprima l’entrata in funzione della linea ferroviaria ebbe effetti negativi sull’economia cittadina: i viaggiatori che prima percorrevano la via Flaminia a cavallo o in carrozza ovviamente preferirono usare il nuovo mezzo, più comodo, rapido e sicuro, col risultato che il movimento dei “forestieri” su cui i riccionesi avevano costruito una, per quanto piccola redditizia attività, ebbe un crollo.
Sembrava la morte per quell’embrione di industria dell’ospitalità che fino ad allora aveva caratterizzato la vita del borgo. Il collegamento ferroviario invece fu la prima pietra su cui si sviluppò il turismo riccionese. In verità la decisione di far fermare il treno alla stazione della Perla verde ebbe soprattutto una motivazione economica di tipo agricolo.
RICCIONE E L’AGRICOLTURA
Riccione era lo sbocco naturale dei paesi dell’entroterra. Era il centro di smistamento dei prodotti coltivati nelle ubertose campagne di Morciano, Coriano, San Clemente e dintorni. A sfruttarne le potenzialità per lo sviluppo dell’industria del forestiero furono alcuni pionieri del turismo della Perla verde, primo fra tutti don Tonini, il pioniere della fortuna balneare della città.
I BAMBINI SCROFOLOSI E DON CARLO TONINI
Il fatto è che nella seconda metà del secolo scorso la medicina aveva scoperto i benéfici effetti del clima marino sulla scrofolosi, una malattia di tipo tubercolare che colpiva i bambini che vivevano in ambienti insalubri e con regimi nutrizionali poveri. Il parroco tanto disse e tanto fece che riuscì a lanciare la Perla verde come luogo ideale per la cura della malattia, fino al punto da organizzare soggiorni estivi per i bambini bisognosi.
DAL VECCHIO PAESE CON I CARRETTI TUTTI IN SPIAGGIA
Inizialmente erano ospitati dalle famiglie che abitavano nel vecchio Paese (secondo il censimento realizzato nella notte tra il 31 dicembre 1871 e il I gennaio 1872, a Riccione c’erano 76 costruzioni agglomerate in cui vivevano 111 famiglie, e 174 case sparse nella campagna che ospitavano 213 famiglie. La popolazione complessiva era di 1.940 anime). Bene, ogni giorno il buon don Tonini partiva dalla sua abitazione, all’estremità orientale della borgata, e passando di casa in casa raccoglieva i “suoi” bambini. Poi li radunava all’imbocco di viale Viola dove erano in attesa i contadini della zona coi loro carri trainati da buoi e coperti da una tenda. Per affetto verso il loro parroco, si prestavano gratuitamente a fare il servizio di trasporto. Da lì partiva il corteo che lentamente, percorrendo il fondo sconnesso e polveroso della Viola, portava i bambini fino alla spiaggia.
Bambini affetti da scrofolosi in spiaggia.
1877 DAI BAMBINI SCROFOLOSI AI PRIMI OSPIZI MARINI
Poi l’ospitalità ai bambini scrofolosi si perfezionò e nacquero gli ospizi marini, il primo dei quali fu, nel 1877, il Martinelli Amati. La fama di Riccione si estese. In molte città dell’Emilia Romagna erano sorti comitati pro “bambini scrofolosi” i cui esponenti raggiungevano in treno la Perla verde per rendersi conto personalmente delle condizioni ambientali e di vita dei bimbi ammalati.
LA PRIMA PUBBLICITA’ PER RICCCIONE
Tornavano nei luoghi di provenienza decantando non solo la salubrità ma anche le bellezze di Riccione. Piano piano, grazie alla facilità dei collegamenti con l’Emilia e le città del Nord Italia, la Perla verde divenne meta di “veri” turisti (nobili e benestanti, non più solo di poveri bambini bisognosi di cure) che vi trascorrevano lunghi periodi di quiete e riposo alla benefica aria di mare. La vacanza terapeutica per adulti e la moda dei bagni di mare, già consolidate a Rimini, cominciarono a interessare anche Riccione. Era nata l’industria turistica.
Dopo la guerra è tanta la voglia di spensieratezza ma i quattrini pochi. Così per ballare anche a Riccione in tantissimi andavano alla Casa del Popolo dove erano tantissime le feste ed i veglioni in programma per rendere sostenibile economicamente la sua apertura.
Riccione 1951 – La nuova Casa del Popolo appena inaugurata
Si ballava alla Casa del Fascio di Riccione prima della guerra, si ballava al Fronte della Gioventu, l’organizzazione giovanile del PCI. E’ quanto emerge fogliando le pagine di “Dalla Maison du Peuple alle Cooperative Case del Popolo” di Rodolfo Francesconi dove sono tante le testimonianze raccolte. “Era l’unico posto dove si poteva ballare” ricorda Zenobio Troni nel periodo in cui lui e Chiaffredo Troni ne erano amministratori. La tradizione del ballo a ballare poi è proseguita nella nuova Casa del Popolo inaugurata nel 1975. C’era “Il veglione del Garofano Rosso” organizzato dal PSI, il Veglione Rosso del PCI, il “Veglione degli Sposi” o della “Famiglia” organizzato dalla Casa del Popolo, il “Veglione dei Fans”, il “Veglione della Gioventù” con l’elezione di Miss Gioventù, organizzato dalla FGCI e poi il “Veglione di Carnevale” e il “Veglione di Fine Anno”.
Ma non è finita, si ballava anche l’8 marzo con la Festa della Donna, il 25 Aprile e il 1 Maggio e poi c’erano le feste per il tesseramento. E’ chiaro la Casa del Popolo si manteneva con gli eventi dedicati al ballo. “Eravamo pieni di debiti per i lavori di ammodernamento” precisa Romano Battistini nel volume pubblicato nel 2003 “e se il ballo non fosse andato bene avremmo rischiato parecchio. Erano feste popolari con un bar all’interno ma c’era chi portava vino e ciambella da casa. Spesso i pesaresi venivano a fare casino e noi eravamo impreparati e molte volte dovemmo chiamare la forza pubblica. Alle feste c’era sempre tantissima gente, venivano anche i fotografi mi ricordo anche di Pico.
Casa del Popolo Riccione 1956
Anche i riccionesi erano piuttosto agitati” precisa Marzio Lotti “soprattutto quelli di palazoun” e la “Banda del Wampiro” che alimentavano le tensioni e le rivalità tra riccionesi e pesaresi sempre innescate per le ragazze”.
Tagliava corto nel libro anche Gualtiero Masi“Abbiamo fatto molte feste perché dovevamo incassare per pagare i debiti. Ai partiti facevamo pagare un affitto quasi simbolico e alle nostre feste venivano praticamente tutti, si diceva “Andiamo al popolo!”.
Per qualche anno Raffaele Casadei ha gestito il bar all’interno della Casa del Popolo “Veniva gente con pochi soldi da spendere. L’ingresso costava nel 1965 120 Lire e le donne la sera non pagavano e vi era compresa la consumazione. L’anno successivo il biglietto fu portato a 150 lire e dopo tre anni a 230 lire. Era un prezzo politico, molto al di sotto della media degli altri locali”.
Il bar della casa del Popolo“Miss Gioventù” alla Casa del Popolo di Riccione
Edmo Vandi per diciassette inverni è stato direttore di sala e precisa “Accompagnavo la gente ai tavoli e presentavo le serate. Organizzavo anche il concorso di bellezza Miss Gioventù Casa del Popolo poi mi capitava di intervenire per sedare le risse, in estate facevo lo stesso lavoro nei dancing dove non c’erano i buttafuori quindi era piuttosto pericoloso”.
Nella sala da ballo della Casa del Popolo si sono esibiti personaggi famosi come Al Bano, Don Backi, Giorgio Gaber, Sergio Vianello, Jonny Dorelli, Caterina Caselli, Patty Pravo, Gianni Morandi, Maria Sannia, e i complessi Rossi e i Boys, I Ribelli, Hengel Gualdi, Vincenti, Crazy Boys, O Malatestiani, I Poeti, I Fans, I Paladini, Casadei, Oleandri, l’Orchestra Rossi, Baiardi e tanti altri.
Dal 1968 al 1971 le Case del Popolo divennero scenario spesso per spettacoli teatrali, Dario Fò andò in scena l’11 novembre del 1968 con il prezzo d’ingresso di 1500 Lire!Poi La Casa del Popolo si trasformò in Maxi Club e successivamente Il Punto Club fino al 1988 anno in cui la società privata lasciò il locale in quanto l’attività da ballo necessitava della piena disponibilità del locale, cosa non fattibile per l’attività sindacale, politica e le tante iniziative dell’Amministrazione comunale al suo interno.
Da qui le altre esperienze teatrali-musicali con il locale Casbah su iniziativa dell’Ass. alla Cultura Daniele Fabbri e poi nel 1996 con Massimo Masini Sindaco si arriva al Teatro del Mare, fino ai nostri giorni con lo Spazio Tondelli.
In tanti alla presentazione del libro “Calcio immensa passione” di Rudy Bacchini
Grande partecipazione alla presentazione del libro “Calcio immensa passione” di Rudy Bacchini edito da Famija Arciunesa con il patrocinio del Comune di Riccione. “Si tratta di una sorta di autobiografia calcistica che ha sullo sfondo sempre Riccione, dai cortili alle strade, ai primi campetti, gli oratori fino ai campi sportivi” – racconta Bacchini – “Gli inizi con la società parrocchiale Riccione Mare poi la Robur, poi l’Asar, il Riccione Calcio, la Vis Riccione, la Polisportiva Fontanelle e poi il Riccione 1926”. Una storia lunghissima vissuta da giocatore, poi come allenatore e dirigente che ha visto Bacchini incrociare tantissimi sportivi.
“Rudy meritava assolutamente di raccontare la sua storia” ha commentato Francesco Cesarini Presidente di Famija Arciunesa“perché la sua passione ed il suo impegno nel mondo del calcio hanno dato l’opportunità a tantissimi riccionesi di poter vivere un’esperienza calcistica importante nella propria crescita personale”. Una crescita che è coincisa anche con le varie realtà in cui si è misurato Bacchini e quindi con una ricaduta concreta sulla città.
Da destra: Francesco Cesarini Pres. Famija Arciunesa, Sandra Villa Ass. Cultura, Rudy Bacchini autore, Simone Imola Ass. allo Sport.
“Riccione è riconoscente a Rudy Bacchini per quanto ha fatto per lo sport ed in particolare per il calcio durante la sua lunga carriera” ha sottolineato Simone Imola Assessore allo Sport“il libro racconta un pezzo di storia sportiva di Riccione ed è il miglio r modo per rendere omaggio a chi si è speso con tanta passione e competenza”.
Un’attività quella di Bacchini negli anni anche dal valore umano ha rimarcato Sandra Villa Assessore alla Cultura“I centri sportivi come la scuola sono agenzie educative fondamentali e la grande partecipazione alla presentazione di questo libro è la testimonianza di come l’autore abbia seminato tanto e bene in tutti questi anni”.
Famija Arciunesa anche quest’anno ripropone l’iniziativa “Vota il Presepe” per valorizzare l’impegno di bambini e ragazzi che allestiscono a casa il presepe. Si tratta della riedizione del concorso dei presepi a cui tanti riccionesi sono ancora legati e che per anni è stato portato avanti dall’associazione.
Anche quest’anno si vota on-line sul nostro sito famijarciunesa.org.
L’iniziativa è aperta a tutti gli abitanti di Riccione che potranno inviare la foto del proprio presepe a redazione@famijarciunesa.orgpoi pubblicata nella gallery di “Vota il Presepe” e votata dal pubblico.
“Vota il Presepe” nasce con la collaborazione di tutte le parrocchie di Riccione: Gesu’ Redentore, Mater Admirabilis,San Lorenzo, San Martino, Angeli Custodi e Stella Maris. Fondamentale l’apporto dei parroci e delle catechiste alle prese con le difficoltà dovute al Covid che pregiudica la possibilità d’incontrarsi e che grazie a questa iniziativa potranno trovare occasione di condivisione con i bambini ed i ragazzi.
L’intento di “Vota il Presepe” è di contribuire a riscoprire il vero senso del Natale, mantenere viva la tradizione e nell’allestimento del presepe unire la famiglia in questo particolare momento.
Si potrà votare fino al 6 gennaio 2023 ed ai tre presepi con più preferenze di ogni parrocchia Famija Arciunesa donerà dei dispositivi per la riproduzione musicale (casse acustiche portatili e cuffie) oltre alla pubblicazione, per i primi di ogni parrocchia, del proprio presepe sul giornale di Famija Arciunesa.
Famija Arciunesa: 9 mila euro in beneficenza per AISM, CUORE 21 ed EMPORIO SOLIDALE.
E’ un successo la cena di beneficenza del 25 novembre al Cavalluccio Marino.
Grande partecipazione, a tavola oltre 200 persone, alla serata di beneficenza tenutasi venerdì 25 novembre 2022 ed organizzata da Famija Arciunesa al ristorante Cavalluccio Marino di Riccione.
“L’iniziativa grazie alla generosità di chi ha sostenuto l’evento ha permesso di fare un gran bel regalo a tanti amici dei quali apprezziamo e sosteniamo l’attività sul territorio” ha sottolineato Francesco Cesarini Presidente di Famija Arciunesa“un immenso grazie a Stefano Tosi e a tutta la famiglia allargata del Cavalluccio Marino per la grande generosità che ha permesso di donare l’intero incasso della serata in beneficenza. Grazie anche alle oltre 50 aziende che ci hanno dato una mano sostenendoci in questa bella sfida per vivere insieme una bellissima serata in Famija”
Nel dettaglio la serata ha raggiunto una complessiva raccolta di ben 9 mila euro: 4 mila euro per Cuore 21, 4 mila euro per AISM sede di Riccione e mille euro per una spesa in prodotti alimentari per l’Emporio Solidale di Riccione.
Famija Arciunesa e CRI Comitato Riccione 5 mila euro per Cuore 21 grazie alle “Castagne della Solidarietà”.
In Comune Famija Arciunesa insieme Croce Rossa Italiana Comitato Riccione ha consegnato l’assegno simbolico di 5 mila euro a Cuore 21, l’intero ricavato delle undici giornate in viale Ceccarini con “Le Castagne della Solidarietà”. Incassati 6700 euro (tolte le spese: 1600 euro di castagne ed l resto carbone, manifesti…) siamo riusciti a devolvere alla Cooperativa Cuore 21 ben 5 mila euro.
Un lavoro di squadra pensato e portato avanti con gli amici della Croce Rossa Italiana Comitato Riccione e la preziosa partecipazione degli stessi ragazzi di Cuore 21 e di decine di volontari.
Un grande grazie ai tantissimi riccionesi che sono passati a trovarci confermando la loro grande generosità ma grazie anche ai possessori di seconda casa a Riccione che evidentemente amano quanto noi la Perla Verde e non si sono tirati indietro. Grazie a tutti gli oltre trenta volontari che hanno donato il loro tempo con grande spirito di generosità, un team affiatato e sempre con il sorriso. Grazie anche all’Amministrazione che ci ha accolto in viale Ceccarini mettendoci nelle migliori condizioni per raggiungere questo bel risultato.
Ora manca la ciliegina sulla torta.
Ultimi posti disponibili per la cena di pesce ( e che cena!!) di beneficenza per AISM-CUORE21 in programma venerdì 25 novembre alle 20.30 al Cavalluccio Marino: costo 40 euro che saranno interamente donati, per capirci quanto incassiamo riusciamo a girarlo tutto senza dover affrontare spese.
Per prenotare basta uno squillo: Francesco 3497773390 – Stefano 0541 693128
I “terribili” ragazzi dell’Alba-Riccione del Presidente Faragona.
1959/60 – Alba Riccione. Da sin. in alto: Bombardieri (allenatore), Ottavio Fedeli, Giorgio Faccani, Bruno Piccioni, Ezio Villa, Franco Urbinati, Gimmy Monaco. Accosciati: Righetti, Celio Piccioni, Antonio Piccioni, Paolo Secchiaroli, Franco Giminiani. La Società dopo 3 campionati cessa l’attività nel 1962 per fondersi con la Calcio Riccione poi diventata A.C. Riccione.
26 Settembre 1962 l’Inter inaugura lo stadio Comunale di Riccione. Le magie di Herrera e una cinquina di Jair per il taglio del nastro. Ma a segno andò anche Paolo Secchiaroli che siglò la rete della bandiera davanti a vip e migliaia di sportivi.
L’internazionale arrivò nella Perla Verde grazie al grande BepiSavioli che strappò ad AngeloMoratti una data per l’inaugurazione del nuovostadioComunale di Riccione. E così mercoledì 26 settembre, alla vigilia dell’impegno in trasferta a Catania (poi perso per 1 a 0) la corazzata milanese giocò a Riccione contro una rappresentativa romagnola-marchigiana con diversi ragazzi di Riccione o del Riccione in squadra. Manco a dirlo soggiornò al Savioli e riempì all’inverosimile lo stadio Comunale seppur in una giornata infrasettimanale e per l’occasione venne coniata una medaglia commemorativa dell’incontro.
La tribuna centrale gremita in occasione dell’incontro vinto dall’Inter.
Non ci fu partita perché Herrera caricò i suoi ragazzi in vista dell’impegno di Catania, i campioni presero veramente sul serio l’impegno, anche troppo. Svolsero il riscaldamento, cosa molto insolita per l’epoca, all’interno dell’atrio dello spogliatoio con le scarpe da ginnastica e pronti e via spinsero a più non posso. Alcuni passaggi dell’articolo del giornalista sportivo GiuseppeAngelini, riportata sotto, ci racconta i fatti salienti di quella storica giornata. Noi abbiamo ripercorso con PaoloSecchiaroli l’eroe di quel suo memorabile “mercoledì da leoni” l’evento nell’evento: il goal della bandiera segnato nel finale. Finì 16 a 1 ma quel goal, dopo 60 anni, ancora a Riccione molti lo ricordano.
26 settembre 1962: lo Stadio Comunale di Riccione nel giorno della sua inaugurazione.
Il racconto Giuseppe Angelini, inviato di “Stadio”
Il centro sportivo costò oltre 300 milioni di lire, 100 milioni solo per la realizzazione del campo. I lavori sul progetto dell’Arch. Mario Gambassi iniziarono nel giugno del 1960 e comportarono 22 mila giornate lavorative.
La medaglia commemorativa dell’evento a ricordo dell’arrivo a Riccione dell’Inter di Herrera e Moratti.
Mercoledì 26 Settembre 1962: Riccione sportiva vive la sua più bella giornata. Viene infatti inaugurato ufficialmente il nuovo CentroSportivo, un‘opera imponente e funzionale che onora la Città e l’Amministrazione Comunale che l’ha realizzata. Dopo tanti anni di precarietà, la “Perla verde” si mette finalmente in linea anche nell’appassionante campo dello sport. Ore 15: si approssima l’inizio della cerimonia inaugurale ed il colpo d’occhio offerto dall’impianto è stupendo e suggestivo. Malgrado il giorno feriale, cinque-seimila persone sono sugli spalti in entusiastica attesa. Gremita e bene rappresentata la tribuna delle autorità e degli invitati: ci sono il dott. Pasquale, Presidente della Federcalcio, il comm. Moratti, Presidente dell’Inter, il VescovodellaDiocesi Monsignor Emilio Biancieri, il Sindaco di Riccione, sig. Giovanni Petrucciani, e il Presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno, dott. Giancarlo D’Orazio. Il Vescovo di Rimini, mons. Biancheri, con nobili parole invita gli sportivi a gareggiare nel nuovo Centro con impegno, lealtà e correttezza. Benedice quindi gli impianti, mentre un frusciante volo di colombi si alza festosamente verso il cielo, azzurro e splendido quasi fosse in festa anche lui. Poi l’entrata in campo delle due squadre tra gli entusiastici applausi del pubblico, mentre dal cielo con una “cabrata” perfetta un aereo lanciava sul campo il primo augurale pallone del nuovo Stadio.
Bolchi e Patrignani, i due capitani si scambiano i gagliardetti.
Ore 15:30: le due squadre si schierano ai due lati del campo, mentre al centro i due “capitani” Bolchi dell’Inter e Patrignani del Riccione, si scambiano doni e cortesie. Poi l’arbitro, sig. Soravia di Ancona, emetteva il primo trillo della prima di mille battaglie sportive che ci auguriamo siano sempre cavalleresche e vibranti. Giocando con un impegno straordinario per una occasione come questa, l’Inter ha naturalmente travolto il volenteroso ma modesto ostacolo che le stava innanzi: sedici volte è andata a bersaglio, un autentica grandinata. Il funambolico Jair è stato il mattatore della giornata segnando cinque gol; tre erano opera di Morbello, due di Bicicli e Mazzola, uno ciascuno di Hitchens, Corso e Bertini e un’autorete di Ridolfi. Secchiaroli salvava a due soli minuti dal termine l’onore della bandiera locale. Sedici a uno quindi. Un punteggio inconsueto anche in occasioni del genere, e che ha lasciato addirittura a bocca amara qualcuno che si aspettava una maggiore… clemenza dai nerazzurri in questa particolare circostanza.Ma Herrera e i suoi avevano i loro piani da svolgere ed hanno cercato inoltre di divertire la platea. E d’altra parte, una cosi radiosa giornata di sport valeva ben sedici gol…(G. Angelini)
IL TABELLINO DELLA PARTITA
Riccione-Internazionale 1-16
Inter 1° tempo: Buffon; Della Giovanna, Masiero; Zaglio, Guarnieri, Bolchi; Jair, Bertini, Hitchens, Corso, Morbello. Riccione 1° tempo: Pecci; Pancini, Villa; Colombo, Ridolfi, Amati; Ceci, Ceccarelli, Brighi, Patrignani, Dionigi. Inter 2° tempo: Bugatti (Ferretti); Facchetti, Masiero; Zaglio (Bugatti), Della Giovanna, Bolchi; Bicicli, Jair, Hitchens, Mazzola, Morbello. Rappresentativa romagnolo-marchigiana2° tempo:: Vitali (Ravenna); Del Bianco (Riccione), Pelos (Rimini); Rossi (Pesaro), Villa I (Ravenna), Amati (Riccione); Villa II (Cervia), Secchiaroli (Riccione), Giovanotti (Pesaro), Selvagno (Riccione), Sabatini (Pesaro).
Va per gli ottanta PaoloSecchiaroli, riccionese purosangue ed ex attaccante sgusciante dell’Alba ma ogni volta che gli parli di calcio gli si illuminano gli occhi come un ragazzino. Se poi la conversazione cade sul suo goal all’Inter… “Ricordo un pomeriggio di festa sugli spalti, ci saranno state oltre 5 mila persone ma in campo l’Inter scherzava poco“ ci racconta impeccabile nella sua tuta senza una piega, con la polo di ordinanza e la felpa sulle spalle “Partirono ai mille, non si risparmiavano, il MagoHerrera gli aveva caricati a mille e azione dopo azione ci mettevano in difficoltà, Jair e Suarez ci facevano diventare matti e segnavano in continuazione. Il divario era tecnico e fisico, l’unico alla loro altezza era il mitico mediano WalterPatrignani. Che giocatore!” Chi faceva parte di quel Riccione?“Eravamo giovanissimi e molti di noi arrivavano dall’Alba Riccione del Dott. Faragona. Ricordo Selvagno, Ceci, Del Bianco, Ezio Villa il terzino e super tifoso dell’Inter, Brighi, Amati, il Mister era Matassoni”.
26 settembre 1962: lo Stadio Comunale di Riccione nel giorno della sua inaugurazione.I due capitani Bolchi e Patrignani si scambiano i gagliardetti prima del fischio d’inizio.
Fu dura, non solo per il risultato. “Questi correvano e picchiavano. Ricordo una marcatura asfissiante di Burgnich e la palla davanti era veramente dura da vedere o meglio si vedeva e basta. Allora decisi di rientrare a centrocampo e per riconquistare qualche pallone, feci un fallo a Suarez che poi mi fece un’entrata tremenda”Addirittura?“Sì ma ricordo anche che Facchetti e Picchi furono in campo dei signori”. A cinque dal termine stava 16-0, poi cosa successe?“Attaccavamo la porta lato statale e guadagnammo un corner. Amati mi disse di stare pronto e io mi appostai al limite dell’area, anche perché dentro l’area non era proprio il caso starci piccolo com’ero. Amati crossò e io ci provai al volo di destro ma il terzo portiere Ferretti fece un miracolo deviando in corner”.Ma il destino ti diede una seconda occasione.“Sul successivo angolo, questa volta sotto la tribuna, facemmo uguale: Amati scodellò direttamente sul mio sinistro e al volo la infilai nel sette.Fu una gioia pazzesca, il goal della bandiera”. Un goal all’Inter che dopo 60 anni siamo ancora qui a ricordare.
“In verità al bar dei Cigni oltre ai complimenti di due-tre amici non la presero molto bene perché erano tutti interisti mentre io sono da sempre di fede bianconera ma è un ricordo che porto con me da sempre e che mi fa sempre piacere fa riemergere, una bellissima soddisfazione”. L’inter poi tornò anche l’anno dopo. “Sì, allestimmo una selezione del circondario e perdemmo 6-0 con lo stadio sempre pieno di tifosi”. Si narra che gli accordi presi da ItaloNicolettiprevedevano la divisione dell’incasso a metà fra Inter e Riccione. Il Presidente AngeloMoratti, soddisfatto del gioco della sua squadra e dell’accoglienza del pubblico riccionese, lasciò tutta la somma incassata alla RiccioneCalcio. Per questo Italo, di fede granata, divenne da quel giorno simpatizzante anche dell’Inter.