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martedì, Ottobre 22, 2024

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Paradiso cittadino onorario. Nuovo video made in Riccione

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E’ stato registrato a Riccione con  tanti big della canzone il video della primo pezzo da solista di Tommaso Paradiso, ex frontman dei Thegiornalisti. Il video è stato realizzato in gran segreto al Marzi Recording Studios a Riccione in viale Sangiovese, all’indomani dello showcase, che ha trasformato il palco di Radio Deejay e piazzale Roma in un set cinematografico.

CITTADINANZA ONORARIA PER TOMMASO PARADISO

Una serata speciale per l’artista che in attesa di ottenere la cittadinanza onoraria, in passato concessa a personaggi del calibro di Benito Mussolini, Giorgio e Luciana Alpi, genitori della giornalista Ilaria uccisa a Mogadiscio, Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, e lo scrittore, autore e conduttore radiotelevisivo Enrico Vaime, è stato nominato ambasciatore dal sindaco Renata Tosi.

L’ambito riconoscimento è motivato dal successo ottenuto con la canzone “Riccione” uscita, nel giugno 2017. Ha conquistato tre dischi di platino e i vertici delle hit parade e ha registrato 100 milioni di visualizzazioni su Youtube. Accompagnato dal gradevole videoclip il brano, che catapulta nelle calde atmosfere estive, funge da sottofondo anche ad alcune scene del film “Metti la nonna in freezer” con Fabio De Luigi.

TANTI BIG VIDEO DI “NON AVERE PAURA”

Nel video di “Non avere paura”, altro singolo uscito a fine settembre 2019 e già nelle top ten di tutte le classifiche, appaiono partecipazioni straordinarie, come quelle di Fiorello e Jovanotti, Elisa, Fiorella Mannoia, Federico Zampaglione, Francesca Michielin, Francesco Mandelli, Tess Masazza, Frank Matano, nonché Cristiano Caccamo, Isabella Ferrari ed Enrico Vanzina, tutti a Riccione per la speciale registrazione.

A RICCIONE LE RIPRESE DEL VIDEO

La regia del video, come quella del film “Sotto il sole di Riccione” è di Younuts.
Nato da un’idea dello stesso Paradiso e girato in occasione della sua venuta in Riviera, il video parte con le riprese davanti a una villa Liberty della Perla. Segue l’incontro con il bacio dei due protagonisti innamorati (Irene Vetere e Mauro Lamentai) finché lei, bendata, in auto viene accompagnata lungo viale Ceccarini in un luogo misterioso, quello di una festa da sogno con tanti personaggi che, all’interno dello studio Marzi, ruotano attorno a Tommaso, suonando, ballando e cantando.

Dono del Rotary Club Riccione-Cattolica per il Campanile di San Martino

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Il campanile di San Martino sostenuto dal Rotary Club Riccione-Cattolica con un assegno da 4 mila euro.

Liberato dalle impalcature, che per il restauro lo avvolgevano da mesi, il campanile della vecchia chiesa di San Martino è tornato a mostrarsi nel suo splendore. Per il simbolo del vecchio borgo, prosegue intanto la campagna solidale.

Per sostenere le spese, il rotary Club di Riccione -Cattolica ha consegnato un assegno da 4mila euro al parroco Don Alessio Alasia. Tra i rotariani presenti alla cerimonia il presidente Riccardo Galassi, l’ingegnere Gabriele Cenerini, l’avvocato Giancarlo Pasini, Fabio Pistocchi, Attilio Battarra, Giovanna Antonelli e Romano Del Bianco.

In precedenza anche Famija Arciunesa e altri semplici cittadini avevano aderito alla campagna solidale. “Ci ripromettiamo di fare una bella rimpatriata con tutti coloro che hanno contribuito a quest’opera”, promette Don Alessio, nel ringraziare chi ha già sostenuto l’intervento di recupero della torre campanaria.

Chi non l’ha fatto, ma intende dare una mano, come rimarca il parroco “è ancora in tempo, perché la spesa, circa 80mila euro, non è stata ancora coperta del tutto”. Chi vuole aderire può farlo attraverso il conto corrente bancario intestato alla parrocchia di San Martino (Iban It 02 s 06230 24122 000056819375).

Le campane intanto squillano in piena sicurezza!

Monsignor Guglielmo Zannoni, il latinista riccionese dei papi

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Monsignor Guglielmo Zannoni, riccionese e latinista di fama internazionale ha collaborato con Papa Pio XII e Papa Giovanni XXIII, suo il discorso inaugurale del Concilio Vaticano II.

E’  stato un latinista di fama mondiale, un riccionese che ben merita di essere ricordato con l’intitolazione di una via o una piazza. A sollecitare il ricordo di Monsignor Guglielmo Zannoni (in foto con Don Montali), traduttore di diverse encicliche per cinque Papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II, nella toponomastica di Riccione è Don Romano Nicolini già parroco della Mater Admirabilis di Riccione, dove più volte si è prodigato a divulgare la figura del noto concittadino, che è stato anche suo amico.

DON ZANNONI  CON PIO XII

Da sempre in prima linea nella promozione del latino tra i ragazzi, Don Romano torna così a lanciare una sua vecchia idea: quella di istituire una gara della lingua indoeuropea tra liceali per ricordare il latinista riccionese. “Don Zannoni ha mostrato una spiccata attitudine per la lingua di Cicerone fin dai tempi del seminario – ricorda -. Nel 1949 sotto il pontificato Pio XII è stato chiamato dalla Segreteria di Stato a Roma, dove si è dedicato alla traduzione di tutti i documenti pontifici.

DISCORSO INAUGURALE CONCILIO VATICANO II DI PAPA GIOVANNI XXIII

E’ stato anche incaricato a tradurre un testo sul Rosario, si dice che abbia scritto lo storico discorso inaugurale del Concilio Vaticano II, pronunciato da Papa Giovanni XXIII”. Sulle sue origini, a scanso di ogni equivoco, osserva: “il monsignore all’anagrafe risulta nato a Rimini, ma solo perché quando venne alla luce, nel 1914, Riccione, dove effettivamente nacque, era ancora una frazione dell’attuale capoluogo. Avrebbe infatti ottenuto l’autonomia comunale solo otto anni dopo, nel 1922”.

Enio Dellarosa, partigiano e sindaco di Riccione

Enio Dellarosa scompare a 92 anni. 30 anni di vita amministrativa sempre a titolo gratuito e vissuti con intensa passione civile per la città. Sindaco negli anni della ricostruzione, fu determinante per la nascita dello Stadio e del Circolo Tennis.

Ha amministrato Riccione per trent’anni, prima come sindaco, poi come assessore.
Enio (Ennio) Dellarosa, ex partigiano e già uomo di spicco del Pci, è scomparso a 92 anni l’11 dicembre. La sua legislatura, come primo cittadino ha di certo segnato gli anni della ricostruzione e dello sviluppo della città, che ha guidato, prima, dal 6 ottobre al 7 Novembre 1953 (dopo le dimissioni di Nicola Casali), poi, per un’intera legislatura.

Eletto nell’aprile 1956, rimase in carica per un quinquennio. Di seguito, dal 1960 al 1964 durante la giunta di Giovanni Petrucciani, è stato vicesindaco e quindi assessore alla Polizia Municipale, al Bilancio e all’Urbanistica per una ventina di anni, fino al 1985 con i sindaci Biagio Cenni e Terzo Pierani. Fu uno degli amministratori che lottarono fortemente per porre le basi dell’attuale centro sportivo, compreso lo stadio e i 6 campi del Circolo Tennis.
Di professione geometra, Dellarosa ha intrecciato sempre il suo impegno politico con l’amore per la  famiglia, in particolare per la moglie Magda Fabbri e i figli Stefano, Maurizio e Fabio che rimarca: “Nostro padre ha dedicato trent’anni all’amministrazione riccionese, profondendo con intensa passione civile le sue migliori risorse fisiche e mentali, sempre e solo a titolo gratuito, perché quelli erano altri tempi e l’impegno politico veniva vissuto come un servizio alla collettività. E’stato uno dei fondatori del Pci riccionese, del quale è stato grande attivista. Essere comunista per lui significava semplicemente essere persone serie, oneste, leali, corrette e ineccepibili, trovarsi e stare dove occorreva essere e non certo là dove conveniva o tornava comodo. Significava avere un grandissimo rispetto e considerazione per chi aveva idee diverse dalle sue. Oltretutto aveva una concezione molto elevata della famiglia come istituzione, valori trasmessi a noi figli con l’esempio delle proprie azioni”.

Dellarosa, persona molto schietta, semplice e riservata (non amava stare sotto i riflettori, né la retorica e la teatralità), proveniva da una famiglia antifascista. La sua militanza cominciò a quindici anni, nel 1943, quando con alcuni compagni dell’Abissinia, costituì un gruppo di giovani comunisti che sottraeva armi ai tedeschi. Visse in pieno gli anni della costituzione dei Comitati di Liberazione Nazionale e dell’insediamento dei sindaci, eletti con le prime elezioni democratiche del 1946, nonché la nascita della Camera del Lavoro, della Cooperativa Edile di Riccione e di quella di Consumo, organizzazioni legate a doppio filo al Pci. Concluso il suo ciclo amministrativo ha continuato a militare fino poco tempo fa come semplice iscritto nelle fila del Pds, Ds e Pd. Dellarosa era anche un amante del calcio.

Nota era la sua passione per il Torino, nata  ai tempi della seconda Guerra mondiale, in contrapposizione al tifo diffuso a Riccione per il Bologna. Non a caso nella consiliare, dov’è stata allestita la camera ardente, la sua bara è stata coperta anche con la maglia della storica squadra piemontese. A rendergli omaggio, durante la cerimonia di addio, i sindaci succeduti, Terzo Pierani, Massimo Masini, Daniele Imola e Massimo Pironi, nonché il presidente dell’Anpi Danilo Trappoli che gli ha simbolicamente consegnato l’ultima sua tessera da partigiano, e il presidente della Provincia Riziero Santi. (ni.co.)

La linea tranviaria Riccione-Rimini

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1927 SI INAUGURA IL COLLEGAMENTO RICCIONE-RIMINI, UN’IDEA NATA NEL 1888 E UN’ ATTESA LUNGA 40 ANNI

La linea tranviaria Riccione-Rimini fu inaugurata nell’estate del 1927 ma il dibattito sul collegamento tra le due località andava avanti da 40 anni. Tutto partì dalla proposta dell’ Ing. Biffi del 1888: un tramway a cavalli lungo la spiaggia, per congiungere Rimini a Riccione. Di primo acchito sembrò un’idea stravagante e strampalata, anche se coglieva una esigenza reale dello sviluppo turistico della fascia costiera, e di Riccione in particolare. Sul progetto si discusse molto animatamente, si confrontarono perizie di spesa e previsioni di gestione, e ogni altra opportunità. Ci furono sostenitori convinti ed oppositori determinati, fra questi ultimi, in prima fila, c’erano i proprietari di villini costruiti lungo la spiaggia, i quali vedevano in questo impianto un danno per le loro proprietà e un disturbo alla loro «privacy». Alla fine non se ne fece nulla, e si dovettero aspettare altri 40 anni per avere il tram lungo la litoranea. Una delle ragioni che impedivanno il completamento della linea tramviaria Rimini-Riccione era la mancanza di ponti per attraversare il Marano e il Rio Melo.

Il Comune di Riccione nell’ottobre del 1926 accese un mutuo di 300.000 lire con la cassa di Risparmio di Rimini per finanziare l’opera.

In poco tempo però furono costruiti i ponti carrozzabili sul Marano (24 agosto 1924) e sul Melo (16 agosto 1925) aprendo la strada dal confine fino al centro di Riccione.Il Comune di Riccione nell’ottobre del 1926 accese un mutuo di 300.000 lire con la cassa di Risparmio di Rimini per finanziare l’opera. La linea a Riccione correva sulla via litoranea fino a Viale Verdi, entrava nel centro abitato attraversando viale Dante per terminare all’incrocio con viale Ceccarini dove arrivavano e partivano le vetture del tram elettrico della linea Rimini-Riccione.

Riccione, il tranvia sul ponte di Viale Dante

Il Podestà Silvio Lombardini con un manifesto annunciò ai riccionesi l’inaugurazione dell’opera, per Domenica 26 giugno 1927. I festeggiamenti iniziarono con la cerimonia ai confini del Comune dove Mons. Mauri elargì la benedizione: “In nome di Dio, per il progresso, lo sviluppo e la solidarietà di Rimini e Riccione”. 

La prima vettura, ornata di bandiere e colma di autorità, proseguì lungo la litoranea, accolta festosamente dalla popolazione e dai villeggianti, fino a Fogliano, poi deviò sul viale Dante per arrivare al terminale ove l’attendeva una folla festosa e le autorità locali dei paesi vicini. 

Riccione 1927 Inaugurazione tranvia
Riccione 1927 Inaugurazione tranvia

La signorina Maria Riccioni aiutata per la bisogna dal cav. Amati, tenne a battesimo l’importante realizzazione pubblica rompendo la bottiglia di champagne contro il ferro dei respingenti della vettura; dando inizio ai festeggiamenti. Il collegamento porterà dei vantaggi ai due Comuni e al rapido sviluppo che il grande litorale stava attraversando. 

“Si vuol mantenere ed accrescere il vanto di stazione balneare di primo ordine; giova preparareil terreno per le costruzioni lungo il mare: quindi è per prima cosa una strada che converte l’attuale inaccessibile spiaggia in area fabbricabile. Non credo di peccare per soverchio ottimismo affermando che, data una strada lungo mare, il tratto di spiaggia fra Rimini e Riccione in un ventennio sarebbe tutto popolato da eleganti villini e la informe ed incolta duna trasformata in giardini e vigne. Ed allora quando ci saranno sulla nostra arenosa e sicura spiaggia le ville, un tram potrebbe nell’estate congiungerle tra di loro e con congiungere Rimini e Riccione e alla fine la nostra sarebbe la più bella e grande stazione balneare d’Italia” Sebastiano Amati su “Italia, periodico settimanale” 23 settembre 1894

La storia del gonfalone di Riccione

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Il gonfalone di Riccione raffigura i temi individuati da una commissione di saggi istituita nel 1923: il Santo Martino a cavallo armato, la terra, il cielo e il mare con cinque barche a vela naviganti.

17 settembre 1923 si riunisce la Commissione per lo studio dello stemma di Riccione

Ancora prima di convocare i comizi elettorali per eleggere il primo Consiglio Comunale, il Commissario Prefettizio, signor Augusto Marani, riunì una speciale commissione per lo studio dello Stemma del Comune di Riccione. La commissione è formata dai signori: Prof. Camillo Manfroni, Dr. Sanzio Serafini, Dr. Felice C. Pullé, signor Amato Amati, Don Agostino Magnani, Architetto Alberto Sironi.

BANDIERA: La bandiera del Comune di Riccione è a due bande orizzontali divise in parti eguali, la superiore è di colore azzurro e la inferiore è di colore verde.

La prima riunione è tenuta il giorno 17 settembre 1923 nella sede municipale. Prese in esame le memorie storiche e i documenti editi dal canonico Tonini, massimo storico del nostro territorio, e stabilito che la parrocchia di Riccione è dedicata a San Martino, decide di proporre alla decisione dell’Amministrazione, uno stemma che sommariamente contenga i principali elementi: il Santo Martino a cavallo armato, la terra, il cielo e il mare con cinque barche a vela naviganti.

La proposta della commissione viene accolta e deliberata dal Consiglio Comunale presieduto dal Sindaco Silvio Lombardini il 16 dicembre 1923 e in data 9 aprile 1924 viene inoltrata istanza al Ministero dell’interno, perché venga consentita. L’approvazione viene data con concessione del Re Vittorio Emanuele III in data 2 aprile 1925.

1922 Riccione Comune autonomo. Al tavolo il Sindaco Lombardini con la  prima Giunta, manca ancora nelle uscite ufficiali la presenza del gonfalone ufficiale che venne concesso dal Re solo il 2 aprile 1925.

GONFALONE: il Gonfalone municipale, contenente i valori rappresentativi dello Stemma e della Bandiera, è stato tenuto a battesimo con solenne cerimonia pubblica, domenica 16 agosto 1925. Nella medesima occasione è stata fatta la consegna della Bandiera alla locale stazione dei Reali Carabinieri.

Roberto Casadei, il ragazzo che amava “Arciun City”

Ci ha lasciati Roberto Casadei. Intuizioni geniali, capriole verbali e un dialetto tutto suo, come cornice di uno sconfinato amore per la vita e per Riccione che amava descrivere raccontando vizi e virtù dei suoi personaggi “immaginari”.

Ci ha lasciato Roberto Casadei. Aveva appena 47 anni ed era malato da tempo. Il figlio della Maria del bar dell’ospedale, riccionese, scrittore, copywriter, amava il teatro, attivissimo nel mondo della solidarietà: un fiume in piena.

Si definiva “Romagnolo praticante dalla nascita” e ancora di più “Pataca D.O.P.”.
I suoi libri ed i suoi racconti sono un inno all’identità romagnola e rimarranno a farci compagnia, ricordandone lo spirito, la simpatia e la sensibilità che in tanti hanno apprezzato sui social. Innata la capacità di scrivere con leggerezza sapendo andare in profondità, scavando mettendo a nudo sentimenti, difetti, pregi e debolezze dell’individuo.

“Nel nostro DNA c’è qualcosa di inafferrabile, di originale ed unico” raccontava con l’immancabile panama in testa “qualcosa che inconsapevolmente apprendi fin da bambino da questa meravigliosa terra popolata da “sburoni”, “gnuranti” e “patàca”, in particolare nella mia favolosa “Arciun City”.

Per questo ci eravamo sentiti, per dare il via ad una collaborazione con Famija Arciunesa, Roberto aveva risposto, come sempre, con entusiasmo contagioso, perché arrivava al cuore delle persone.

Una dote innata. Ma “un male della madosca” ci ha fregato. In compenso le sue parole e i suoi pensieri sono con noi. C’era una valanga di gente per l’ultimo saluto a Roberto. I suoi amici piu’ vicini lo ricordano così:

Era unico, speciale, per umanità e altruismo, poi era un genio.

Sensibilissimo a tutto ciò che lo circondava, aveva una mente acuta e capace di cogliere dettagli, vizi e virtù delle persone, tanto da scriverci libri e spettacoli di successo. Insieme a lui coltivammo il sogno di creare una rock band, per noi la piu’ grande avventura che si potesse vivere a diciott’anni.

Ed anche crescendo non cambiammo lo spartito. Indimenticabili i matrimoni degli amici nei quali Roberto costruiva sceneggiature di esilaranti spettacoli con il regista Lux per gli attori Bes, Frate, Mombif e Maso.

La nostra “combriccola” quella che tu salutavi con il tuo fare unico, dicendo “Signori…”. “Roberto ci manchi tanto”.

Francesco Cesarini

La Saviolina, simbolo di Riccione, trionfa alla Barcolana di Trieste.

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La “Saviolina”, l’imbarcazione storica simbolo di Riccione protagonista alla Barcolana del 2019 con il Club Nautico di Riccione. Un’ambasciatrice unica per Riccione al centro di una vetrina mondiale.

Riccione ha una “storia breve”, da sempre però i riccionesi si sono aggrappati ad un forte senso d’identità, coltivato negli anni con riferimenti spesso immateriali: un comune sentire, il nostro modo di essere e di fare, forse proprio figlio delle nostre origini di contadini senza terra e marinai senza porto. Ma oggi Riccione ha un simbolo capace di rappresentare al meglio la nostra storia e le nostre radici: “La Saviolina”.

Averla recuperata e valorizzata in tutti questi anni è stato un atto di grande lungimiranza, oltre che di amore. Vedere la Saviolina veleggiare alla Barcolana, tra le regate piu’ importanti e partecipate al mondo, in questa edizione oltre 2000 partecipanti, è stato motivo d’orgoglio per tutta Riccione.

A riguardo non ha dubbi Sebastiano Masetti Presidente del Club nautico di Riccione che ha capitanato la trasferta della Saviolina a Trieste per la Barcolana. “E’ stata un’esperienza straordinaria. L’interesse, lo stupore e la curiosità suscitata dalla Saviolina ci ha letteralmente sorpreso, non ci aspettavamo una tale accoglienza”.

E dire che il viaggio verso trieste non è stato breve: quindici ore con una tappa a Chioggia. “Sì, è stato impegnativo, ma essere ambasciatori della Perla verde sul nostro lancione storico, con la vela fiocco griffata Riccione ha suscitato un’accoglienza clamorosa. Eravamo l’imbarcazione più antica presente. Persino l’Amerigo Vespucci, nave simbolo della nostra Marina, era piu’ giovane della Saviolina perché del 1931. Il suo Comandante in seconda ci ha fatto i complimenti, assicurandoci addirittura che eventualmente in mare ci avrebbe lasciato acqua, perché la Saviolina è più vecchia”.

Una vetrina straordinaria, con la saviolina immagine simbolo della Barcolana rilanciata anche da una tv specializzata statunitense. Ma non è finita.
“Oltre ai tanti complimenti siamo stati premiati come “L’imbarcazione che meglio interpreta lo spirito della tradizione”, eppure erano oltre cinquanta le imbarcazioni storiche presenti. La Saviolina era tra le poche barche con le vele a terza, sistema di navigazione molto complesso e tipico dei lancioni di inizio ‘900. I pochi presenti a Trieste con quel tipo di navigazione hanno fatto veramente i salti mortali per rispettare storia e tradizione di quelle imbarcazioni”.

Presente sulla Saviolina anche stefano Caldari Ass. al Turismo di Riccione: “E’ stata una grande emozione e soprattutto un grande orgoglio esserci ed assistere alla prima della Saviolina alla Barcolana, è giusto ringraziare l’intero equipaggio e il direttivo del Club Nautico di Riccione perché ci hanno rappresentato egregiamente e con tanta competenza”.

Adesso arriva il Natale. la saviolina tornerà ad essere illu- minata a festa e protagonista di tanti selfie nel porto canale? “E’ impegnativo” puntualizza il Presidente Masetti “perché do- vremmo disalberarla per passare sotto il ponte e poi rialberarla, ma noi ci siamo per dare continuità ad un’iniziativa di grande successo e di grande legame con il territorio”.

A proposito di legame con la città, è vero che state lavorando per portare il busto del Prof. Camillo Manfroni nella vostra sede? “Si è così. Oggi il busto era abbandonato è in un magaz- zino scolastico, Manfroni è stato il primo presidente onorario del Club Nautico di Riccione e ci sembrerebbe una buona idea poter ospitare il busto di un uomo di mare così importante che ha voluto bene a Riccione”.

Inaugurato l’Emporio solidale nei locali dell’ex Tucker

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Inaugurazione dell’Emporio solidale in Viale del Commercio a Riccione nei locali dell’ex Tucker. Un punto di riferimento per le famiglie in difficoltà.

Inaugurato a Riccione l’Emporio solidale, dove le persone con difficoltà economiche potranno fare spesa con una tessera a punti rilasciata dai Servizi sociali. Dopo due anni di attesa, il 26 ottobre è stato tagliato il nastro alla presenza di decine di volontari e autorità civili, militari e religiose. Emblematica la sede, ricavata al pianterreno dello stabile che ospitava la Tucker, in viale del Commercio, 9 nella vecchia zona artigianale.

LA GRANDE FAMIGLIA DELLA CONSULTA DELLA SOLIDARIETA’ 

Dopo la spinosa vicenda giudiziaria che ha coinvolto i titolari, il fabbricato è stato confiscato per cui il Tribunale ha previsto di concederlo in comodato gratuito al Comune di Riccione, che a sua volta ha affidato la gestione alla Consulta della solidarietà, formata da una quindicina di associazioni di volontariato (Agesci gruppo scout), Aism, Amici dello Ior, Arcione, Arcobaleno, Avis, Caritas cittadina Madonna del Mare, Centro aiuto alla vita, Cen- tro missionario Comboni, Centro 21, Centro Elisabetta Renzi, Circolo Anspi Il Muretto della parrocchia di San Lorenzo, Cri, Progetto famiglia e Vaps).

IL LAVORO DEI VOLONTARI

Sono stati proprio i volontari con Luigi Casadei, presidente della Consulta, attiva da trent’anni, a ripulire quella che ormai era diventata una spelonca con acquitrino, trasformandola in degna sede del nuovo servizio con l’ausilio di Geat e Protezione civile. “Dopo vari ostacoli burocratici, abbiamo svolto questo lavoro dallo scorso maggio, quando ci sono stati messi a disposizione i locali con l’autorizzazione a procedere al ripristino degli ambienti -rimarca Casadei-. Da allora i nostri volontari hanno lavorato incessantemente per risanare gli ambienti rendendoli agibili, accoglienti ed adeguati alle normative vigenti”.

Come accade nella struttura riminese, attivata da tempo, anche l’Emporio solidale di Riccione, dotato di uno sportello di orientamento, ascolto, informazione e uno spazio per l’accoglienza dei bambini, è organizzato come un vero e proprio supermercato.

Gli interni dell’Emporio Solidale.

OBIETTIVI DELL’EMPORIO SOLIDALE

Come annuncia Casadei: “Qui verranno distribuiti generi di prima necessità. In modo autonomo, ma controllato, secondo le esigenze si potranno reperire prodotti alimentari, di igiene personale e cancelleria con una tessera a punti assegnata in base ai parametri concordati con il centro d’ascolto dell’emporio e con gli Sportelli sociali del Comune.

Il progetto infatti è rivolto soprattutto alle famiglie o singole persone residenti a Riccione, che si trovano in condizione di reale difficoltà e disagio familiare, lavorativo, economico e/o sociale, per un periodo di tempo stabilito, sufficiente a renderli più autonomi e integrati”.

IL SISTEMA A PUNTI

Pertanto i prodotti non avranno un prezzo, ma un valore in punti, riportato da una tessera a scalare non cedibile ad altri utenti. I generi alimentari non disponibili sugli scaffali saranno reperiti tramite il Banco alimentare, eccedenze e donazioni di generi alimentari e da supermercati locali o acquistati direttamente dalla Consulta, seconda le necessità.

SOSTEGNO DELL’AMMINISTRAZIONE

Il servizio, finanziato dal Comune con 75mila euro (più 25mila all’anno dal 2020), dalla regione Emilia-Romagna e dal Ministero con circa 20mila euro, sarà gestito non solo dai volontari della Consulta, ma anche da persone disponibili a donare il loro tempo. Alla cerimonia d’inaugurazione hanno presenziato il sindaco Renata Tosi, il vicesindaco con delega ai Servizi alla persona e alla famiglia, Laura Galli, e l’amministratore giudiziario Ettore Trippitelli. Per l’occasione don Alessio Alasia ha benedetto la struttura e ha letto il messaggio del vescovo di Rimini Monsignor Francesco Lambiasi.

“L’emporio era uno degli obiettivi della nostra legislatura – rimarca il sindaco Renata Tosi – perché il progetto mette in rete pubblico e privato, istituzioni e associazioni di volontariato con l’obiettivo di sostenere chi si trova in situazioni di transitorio disagio economico. Il recupero di questo bene confiscato è la fine di un lungo percorso che ha coinvolto più soggetti e che sarà a disposizione dei più deboli”.

Fondazione Cetacea, 670 le tartarughe soccorse!

A Sauro Pari il “Premio Baleani” perché da anni in prima fila nella difesa dell’ecosistema marino, con un innato amore per delfini e tartarughe che manifesta con l’attività della Fondazione Cetacea Onlus.

Sauro Pari, classe 1949, giornalista ed editore, continua a svolgere la sua missione attraverso la Fondazione Cetacea Onlus, che presiede, prescelta dal Consorzio d’area di viale Ceccarini per il Premio Baleani, attribuito a personaggi e operatori riccionesi meritevoli.

A consegnare la medaglia, lo scorso 14 aprile 2019 è stato il presidente, Maurizio Metto, affiancato dal sindaco Renata Tosi e da Rita, consorte di Enzo Baleani, il gioielliere che ventun anni fa istituì il premio.

Pari, in trent’anni Cetacea ha fatto passi da gigante? “Siamo nati a Riccione nel 1988 e pian piano abbiamo assunto una dimensione internazionale, tant’è che tuttora siamo impegnati in progetti europei. Per la cura delle tartarughe all’inizio avevamo appena sei vasche, ora ne usiamo ventotto, questo ci consente di curare quarantadue tartarughe contemporaneamente”.

Grande intuizione è stata l’apertura dell’ospedale delle tartarughe, quanti esemplari avete ricoverato? “In questi anni gli esemplari curati e rilasciati in mare sono stati 640, una trentina quelli che restano in vasca”.

Intanto tre tartarughe “Caretta caretta” già curate, hanno ripreso il largo! “Il 22 aprile per l’“Earth Day 2019”, Giornata Mondiale della Terra, davanti all’ex colonia Bertazzoni in collaborazione con la Lega Navale di Riccione abbiamo rimesso in libertà Sandra. Si tratta di un esemplare di 43 chili, che in gennaio era finita nella reti del motopeschereccio Rimas di Cesenatico. A segnalarcela è stato il comandante Massimo Rossi, noto per altri simili avvertimenti, l’animale era infatti ferito superficialmente al naso e al carapace. Un’altra tartaruga, Enzo, è stata rilasciata il 25 aprile a Miramare di Rimini e una terza, Matilde, il primo maggio vicino al porto di Rimini”.

In cura c’è pure Carolina, una tartaruga cieca? “Si. Se rilasciata in mare morirebbe, pensiamo quindi di creare un’area recintata in mare, dove anche i bagnanti possano vederla”.

Le vostre finalità sono diverse, in primis la lotta ai materiali plastici? “Uno dei nostri obiettivi è salvaguardare il mare dalle plastiche, problema che dipende dalla volontà di ognuno di noi, impegnandoci in comportamenti più civili. In questa battaglia abbiamo incontrato i pescatori che hanno cominciato a portare a riva le plastiche impigliate nelle reti. Su questo abbiamo lanciato un appello al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e abbiamo raccolto 205mila firme online. Tutto questo è partito da Riccione”.

Cetacea, opera anche a Numana, e presto anche a Rimini, vero? “Per noi si apre la possibilità di animare l’ex delphinarium riminese attraverso la cura degli animali e attività ludico-sportiva, ma senza abbandonare per Riccione, tutto è condizionato al bando che dovrà fare il Comune di Rimini”.