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“Le donne che hanno fatto Riccione”

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8 MARZO 2023 – GRANTURISMO: PALAZZO DEL TURISMO RICCIONE

“Difendere ed educare la collettività al principio di uguaglianza o come preferisco dire io, al diritto della diversità nella speranza di poter così assottigliare sempre più le disparità che rappresentano un limite alla sviluppo personale, ma anche sociale”.

 

Si è aperta con queste parole di Eleonora Ruggeri presidente della Commissione Pari Opportunità la serata di musica e parole organizzata dal Comune di Riccione per omaggiare 10 donne che rendono grande Riccione, solo tassello del grande mosaico femminile che ha contribuito alla crescita di Riccione.

L’amministrazione comunale di Riccione e la Commissione pari opportunità, in collaborazione con Famija Arciunesa, hanno animato la serata con al centro alcune protagoniste storiche del turismo riccionese insieme alle nuove imprenditrici e lavoratrici della città, una sorta di passaggio di testimone.

“Il successo di Riccione parte dalle donne – ha detto la sindaca Daniela Angelini – dalla loro capacità  di essere ospitali  e per l’amore verso il prossimo già a fine ‘800 con l’accoglienza dei bambini scrofolosi. La città è quella che è  grazie all’impegno e alla passione di queste donne che hanno dato e stanno dando ancora alla città”.

Selene Cuccurullo, vice presidente della C.P.O., ha letto alcuni Articoli della Costituzione dedicati ai diritti delle donne mentre Marina Zoffoli, Ass. Pari Opportunità, ha salutato con soddisfazione l’esordio della neo eletta commissione.
Una serata di racconti, aneddoti e testimonianze delle protagoniste della storia della Perla verde dell’Adriatico.

Anna Maria Assirelli Ricci (Gruppo Atlantic)
“Ho acquistato l’Atlantic ad Aprile 1969 con l’aiuto di mio marito il notaio Alberto Ricci. Nella crescita è stato inizialmente determinante il supporto del direttore Osvaldo Barbieri, il personale è sempre stato importantissimo nella nostra offerta e sentire continuamente i miei clienti felici e soddisfatti è sempre stata una grande gratificazione.
Ricordo con nostalgia gli anni ’80, le feste al “Rouge & Noir” (il locale da ballo interno all’Atlantic), scorrevano fiumi di champagne ed aragoste vive che in aereo arrivavano dalla Sardegna. Erano bei tempi ma dobbiamo darci da fare tutti per farli tornare! Personalmente ce la sto mettendo tutta per elevare gli standard dei miei Hotel e servizi per poter attrarre quel tipo di turismo di qualità”

Maria Teresa Angelini (Zona 73)
“La mia famiglia gestisce da sempre la zona 73, oggi assieme a mia figlia Cristina Martinucci e la nipote. Un mestiere tramandato da mio padre che assieme a due fratelli hanno rilevato la spiaggia a loro volta dal loro padre che aveva acquisito la concessione della spiaggia dal re Vittorio Emanuele II perché la si utilizzasse per la elioterapia. La nostra gestione familiare parte dal 1895.
La spiaggia è finita col diventare per la famiglia una seconda casa. La soddisfazione è quella di avere clienti storici che hanno visto nascere mia figlia e mia nipote, si è instaurato un rapporto affettivo. Il lavoro è cambiato, prima era più fisico ma un tempo sembrava più semplice perché la clientela era meno pretenziosa rispetto a quella di oggi”.

Laura La Rota (Leneredi)
“Ho cominciato a lavorare nel turismo all’età di 14 anni. Nel 1963 mi sono sposata per poi maturare una preziosa esperienza in un campeggio a Riccione ma volevo crescere così con un pizzico di audacia e tanta passione, mi sono messa in gioco ed ho gestito un albergo per 13 anni.
Nel 1981 è nata l’esperienza in spiaggia con il bar “Lenederedi”, nome nato da un villaggio turistico sul mare di San Salvo (Chieti) che si chiama Le Nereidi, le ninfe del mare.
Due dei miei figli si chiamano Lene e Redi, abbiamo giocato unendo i nomi. E’ stato per me importante inserire i miei tre figli nell’attività, insegnando loro un mestiere avendoli costantemente sott’occhio. Ora, dopo tanti anni, abbiamo affittato il locale”.

Adelaide Mantellato (Boutique Adelaide Junior)
“Da una vita sono impegnata nella mia attività, che ha rappresentato e rappresenta il mio mondo. Amavo ballare e cantare, lo studio non mi appassionava, ho incominciato grazie a una decisione presa in poche ore su sollecitazione di mio babbo, decisi di proseguire nella sua attività e mai scelta fu piu’ azzeccata.
Amo il mio lavoro, ci metto passione, mi sono specializzata nell’abbigliamento per bambini, ci si trova immersi nelle dinamiche particolari delle famiglie ma è tutto molto appassionante. Ho capito che nell’attività sono fondamentali i collaboratori, coloro che condividono un percorso aziendale, avere commesse con me da tantissimi anni è una grande soddisfazione oltre che un valore aggiunto”.

Ines Ronci (Ultracentenaria)
“Considerata i miei 108 anni, fisicamente sto bene, merito del mio medico, che mi ha aiutato a sconfiggere anche il Covid. A sei anni, da Santa Maria in Cerreto, sono venuta ad abitare qua. Ronci a Riccione lo colleghi subito al mulino che proprio mio babbo gestiva insieme ai miei fratelli. Quella volta c’erano quattro locali e il Paese, poi è stato costruito il Palazzo del Turismo, la chiesa di Gesù Redentore alla quale hanno lavorato anche mio marito e altri familiari. Ho vissuto i duri anni della guerra, ricordo don Giovanni Montali. I fascisti erano andati a prenderlo con i manganelli per ucciderlo.
Lui gli disse: lasciatemi celebrare la messa poi verrò con voi, quella volta a fine celebrazione andarono via. Mio marito è morto nel 1952 a 39 anni, era la persona più cara che avevo al mondo. Sono rimasta sola con mio figlio Aldo (titolare dell’hotel Poker), finchè la famiglia si è allargata con mia nuora, nipoti e pronipoti. Ho lavorato in albergo per anni in cucina facendo la sfoglia per i clienti che apprezzavano ma mi adoperavo facendo quello di cui c’era bisogno ed è sempre stata una grande soddisfazione ricevere i loro complimenti. A tutte le donne faccio un grande abbraccio e suggerisco di vivere sempre nell’onestà”.

Licia Vichi (Libreria Bianca e Volta)
“Erano già diversi anni che coltivavo il sogno di aprire una libreria, fin da piccola ho amato i libri e l’esperienza lavorativa in una libreria di catena mi ha fatto capire quale fosse la mia strada.
Desideravo aprire un luogo in cui sentirsi come a casa, dove le persone potessero essere accolte e incoraggiate alla lettura. Quando ho saputo che la libreria Bianca e Volta avrebbe chiuso, ho deciso di rilevare l’attività e da marzo 2022 sono partita. Per me era impensabile una Riccione senza librerie indipendenti. Ci sono tantissime soddisfazioni, quando i clienti ritornano contenti perché il libro consigliato è piaciuto, sento sempre un gran calore nel cuore, il mio lavoro in fondo è quello di creare e sostenere una comunità di lettori”.

Milena Neri (Sac à Poche)
“Sono sempre stata una persona volitiva e vogliosa di mettermi in gioco. A Riccione molti mi conoscono per l’avventura della Brasserie, nata su intuizione di Bruno Greppi del Bombo, dove prima ho lavorato come dipendente e dal 1992 come gerente. Ci ho messo cuore e passione.
Agli inizi non è stato per nulla semplice, ero separata con un bimbo piccolo ma con determinazione sono andata avanti facendo anche due lavori al giorno. Fiere, matrimoni, catering, nulla veniva lasciato al caso, l’accoglienza e la coccola del cliente sono il mio marchio di fabbrica. Con la mia nuova attività “Sac à Poche” durante il Covid sono andata fino a Rimini per consegnare una brioche! I dettagli fanno la differenza e amo circondarmi di un personale giovane perché credo in loro”.

Donatella Gelestreti (Natural Durante)
“Essere vegana e dover preparare il ragoût non poteva andare avanti. Così con la mia socia nel 2017 siamo partite con l’idea iniziale di un truck food ma il nostro commercialista ci ha in qualche modo aiutato a prendere uno spazio ed aprire una rosticceria. Il Covid ci ha messo alla prova e ci siamo reiventate con il delivery.
La grande soddisfazione è di far provare una cucina vegetale che piace a tutti (la maggior parte dei clienti non è vegana) e in questo modo posso dare un piccolo contributo alla sostenibilità ambientale.
Abbiamo pure assunto un ragazzo immigrato che grazie all’impiego ha trovato stabilità e soprattutto è diventato un punto fondamentale della nostra realtà, il suo arrivo è stato una benedizione. Ora vorremmo anche diventare un negozio plastic free e meno impattante”.

Cinzia Battarra (Indaco)
“Indaco perché da piccola dissero ai miei genitori che ero una bambina indaco. Nella new age sono i bambini un po’ particolari, in sintonia con la natura. Da qui il nome del locale, un luogo per me speciale: prima ero una grafica e così ho coronato il mio sogno, farlo con dei soci con cui ho grande affinità è molto stimolante.
Il posto scelto a fianco del Grand Hotel ha fatto il resto, è perfetto. Con il Covid l’inizio è stato complicato ma ogni volta che riaprivamo i clienti tornavano e aumentavano. L’obiettivo è migliorarsi, il margine di crescita è infinito.
Abbiamo fatto tutto da soli, siamo in tre e questa la nostra forza.

Carla Santorini (storica parrucchiera)
“Quando sono arrivata a Riccione da Santarcangelo non conoscevo nessuno. Gli inizi sono stati piuttosto complicati ed il salone era spesso deserto, addirittura in negozio non c’era neppure l’acqua calda e quindi dovevamo arrangiarci scaldando l’acqua per poi utilizzarla con le clienti. Con il passare del tempo con tanta pazienza e passione ho incominciato ad avere la mia clientela che si riconosceva nel mio lavoro e nel mio modo di fare”.

di Francesco Cesarini
ph: Daniele Casalboni

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