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Ospizi marini: a Riccione in 10 anni ne sorsero ben quattro

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La storia del turismo riccionese poggia sulla prima scommessa degli ospizi marini fatta da coloro che possiamo definire degli autentici pionieri dell’ospitalità.
Il primo ospizio è del 1877

Riccione 1901. I quattro ospizi marini, lo stabilimento idroterapico, il Rio Pedroso e la Fossa Martinelli.
(da “Studi Romagnoli”, XLII).
Conte Giacinto Martinelli.

Il via alla costruzione degli ospizi marini fu dato dal duo Conte Giacinto Martinelli – Emilio Amati, nel 1877, con la costruzione che da loro prese il nome e che sorgeva nell’area dell’attuale Grand Hotel. Era molto vicino al mare e fu necessario cingerlo di mura su tre lati per fronteggiare le mareggiate. Originariamente vi si accedeva da una stradina privata (parallela all’attuale Viale Milano) che partiva da Viale Viola. Successivamente, aperto viale Martinelli (poi Roma, poi Principe di Piemonte ed ora Gramsci) l’ingresso venne spostato a monte. Erano terreni sabbiosi ed incolti acquistati dal Conte (ne fece suoi per 90 ettari al prezzo di Lire 0,10 a mq.).

L’ospizio Marino Amati-Martinelli
Prima del 1900 ne donò una parte per dare spazio alla chiesa al mare che sorse a monte dell’ospizio e venne poi spostata nel 1909 a mare, ove è situata tuttora. Il restante divenne lottizzazione Martinelli per mettere in atto il suo sogno di “Città giardino”.
Il costo di quegli appezzamenti lievitò enormemente: Lire 0,50 nel 1900 – Lire 1,00 nel 1904. L’ospizio subì nel tempo modifiche e ampliamenti sino a quando nel 1916 il terremoto lo danneggiò così seriamente che non venne ricostruito.
Aveva come custode (e ivi abitante) Matteo Angelini.

Ospizio balneario marino a Riccione

“Sull’amena spiaggia di Riccione è stato in quest’anno eretto, dai benemeriti signori, conte Martinelli e Amati Emilio, un Ospizio balneario marino per i fanciulli scrofolosi, il quale presenta le migliori condizioni di salubrità, di comodi, di pulitezza. La disciplina vi è mantenuta con severa osservanza, ma temperata da quel buon senso e da quella dolcezza, che solo può ispirare il più delicato affetto domestico.

La dieta è abbondante, non mai misurata da meschine viste economiche. La direzione medica è affidata all’egregio dott. Acqua di Cattolica, il quale alla distinta intelligenza accoppia zelo indefisso e amore paterno. A questo bravo giovine il Comitato di Modena tributa con compiacenza un pubblico atto di gratitudine, anche per la cura praticata ad una bambina colta colà e guarita da grave infermità.

 

Chi ha or ora visitato quest’Ospizio, grazioso nella sua modestia, ben provvisto nella sua semplicità, condotto e diretto dall’amore e della filantropia, è restato vivamente impressionato dalla festa che i piccoli ospiti fanno con la loro ingenuità ai predetti signori Martinelli, Amati, Acqua ogni qual volta si presentano nelle sale.

E da quest’Ospizio che il 9 corrente, dopo un mese di soggiorno, sono ritornati i fanciulli scrofolosi d’ambedue i sessi, cola inviati dal Comitato di Modena. L’emozione de’ genitori al riabbracciare i loro figlioli tanto migliorati e alcuni mirabilmente guariti da morbi creduti insanabili, è stato il più autentico documento dell’efficacia di siffatta cura; è pertanto con viva compiacenza che il Comitato – nel porgere vivissime grazie ai suoi concittadini che con tanta generosità concorsero quest’anno a sostenere l’istituzione – notifica il brillante successo ottenuto dalla cura balnearia marina; gran parte del quale desso riconosce dalle qualità dei suddetti Proprietari e Direttori dell’Ospizio di Riccione”.
(Dal Panaro di Modena e da: Libertas, 11 Settembre 1880)

Ospizio Marino Romagnolo
L’ospizio Marino Romagnolo fu il secondo fu opera del sodalizio Luigi Casati, Vincenzo Ceccarini (dopo di lui il figlio Cesare), Fortunato Del Bianco, Francesco Papini, Giovanni Saviotti.
Era ubicato nell’attuale area dei Giardini Montanari e campi da tennis.
Il padiglione separato dell’ospizio Marino Romagnolo: la Colonia Trentina
Aveva un padiglione separato riservato alla Colonia Trentina.
Nel 1933 fu acquistato dal Comune (900.000 lire) per la realizzazione di una estesa riqualificazione urbana che interessò pure Villa Mussolini.
La sua demolizione avvenne nel 1934.
L’ospizio Marino Barellai.

Il terzo in ordine di tempo fu il Barellai (1813-1884), costruito nel 1895 dal maestro muratore Ferdinando Mancini a sud della Fossa Rio Pedroso, ampliato nel 1904.

Giuseppe Barellai (1813-1884) aveva una Laurea in medicina all’Università di Pisa, studiò con passione la tubercolosi giovanile. Fu patriota battagliando a Curtatone e Montanara e scontando la prigionia in Boemia. Autore di numerosi scritti sull’importanza degli ospizi marini per la cura della scrofola. Nel 1912 a Riccione gli fu intitolata per un breve periodo quella che era Via Trebbaci o Viola dell’Insegna, ora divenuta Viale San Martino.

Ospizio Marino Bresciano (vista frontale).
Ospizio Marino Bresciano (visto dal mare).

Il Quarto e ultimo prima dello scoccare del secolo fu il Bresciano (area tra l’attuale Viale San Martino e la Fossa Rio Pedroso (ora interrata). Divenne Colonia Burgo, ora occupato da Riccione Terme si affaccia su Viale Torino.

Lo stabilimento Idroterapico – Riccione Marina

Stabilimento Idroterapico – Riccione Marina

Lo Stabilimento Idroterapico, qui riprodotto, già esistente nel 1900, era ubicato in viale Roma, sul lato monte della Villa Conte Martinelli ora Albergo Eden, che mantiene lo stesso perimetro originario e parte dell’ornato. Probabilmente è il primo e ultimo Stabilimento Idroterapico esistito a Riccione. In esso si praticavano, a scopo di cura, una vasta serie di bagni e doccie con acqua di mare, addizionata con vari prodotti medicamentosi.

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