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venerdì, Aprile 26, 2024

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HomePersonaggiQuella volta a RiccioneElisa Serafini, un viaggio nella musica tra lirica e pianoforte

Elisa Serafini, un viaggio nella musica tra lirica e pianoforte

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Elisa Serafini riccionese di 29 anni e una vita per la musica. Viso fresco e raggiante come quello di una ragazzina ma, al tempo stesso, antico e reale come quello di una principessa.

Elisa Serafini è un vero e proprio talento nato a Riccione, inizia ad avvicinarsi alla musica a sette anni, grazie al coro delle Allegre Note di Fabio Pecci che le trasmette la passione per la musica e l’affetto per il coro che non ha mai abbandonato.Da cantante a pianista.
Comincia con il pianoforte in tenera età, continua alle medie quando sceglie l’indirizzo musicale e studia approfittando del pianoforte della madre Monica in casa. Si iscrive al Conservatorio e prosegue con il canto lirico. Iniziano le varie audizioni, vola anche in Cina per un tour con il Coro lirico di Parma e mette in piedi collaborazioni con altri cori lirici in diverse città d’Italia, l’ultima il concerto per le vittime del coronavirus di Bergamo, andato in onda su RAI 1.

Cos’è per te la musica e come la vivi nella tua città? “La musica per me è magia: riesce senza toccarti a modificare il tuo stato d’animo. Ti rende felice e triste anche in pochi minuti, a seconda della melodia. Amo Riccione, vorrei passare la mia vita qui perché c’è tutto quello che si può desiderare ma manca quel contesto culturale che mi permetterebbe di lavorarci, spesso sono costretta ad andare in giro per l’Italia.”
Come integri la musica aulica nella quotidianità della gente?
“Inizio trasmettendo la mia passione, dai bimbi con i quali tengo lezioni abituandoli alla buona musica, piano piano come fosse un gioco provo avvicinarli a questa passione e allo studio. C’è chi come me proseguirà mentre altri diventeranno pubblico che esigerà sempre più qualità. Sono convinta che i bimbi che oggi si educano all’ascolto e allo studio della buona musica, come quelli del nostro coro, possano sviluppare maggiormente capacità empatica, sensibilità, attenzione all’ascolto e addirittura, mi piace pensare, al prossimo”.

Hai una proposta musicale per Riccione? “Avrei voluto presentare un compositore orientale di film d’animazione che amo tantissimo. L’idea era di coinvolgere anche il coro ed altri strumentisti, valorizzando l’importanza della musica. Speriamo che in futuro ci sia l’occasione di fare questo spettacolo, dato che le restrizioni covid non lo hanno reso possibile, e che in futuro Riccione si aprirà sempre di più anche all’approfondimento di questi autori poco conosciuti ma di grande valore”

La musica lirica, rispetto a quella commerciale, non è molto fruibile, secondo te perché? “La responsabilità è anche di chi fa musica e canto lirico perché ha teso a creare una sorta d’élite, qualcosa di inavvicinabile, alla portata dei soli intenditori ed anche ai programmi televisivi di un livello discutibile. In questo senso mi sento lontana da grandi eventi come Sanremo che cerco di “combattere” insieme a Fabio Pecci, attraverso anche appuntamenti musicali on line, quando siamo impossibilitati ad esibirci. Lo scopo è quello di portare sempre più gente ad ascoltare musica di qualità e di contrastare, in qualche modo, quella che da sempre prende più piede, è più immediata, ballabile, superficiale anche perché non c’è educazione musicale che parte da piccoli.”

La buona musica potrebbe aiutarci a cambiare la società?
“Sì, in tanti modi. Nelle relazioni, nell’empatia ma anche come risorsa economica per la nostra città, per l’indotto che crea. L’arte e la musica sarebbero un valore aggiunto. Mi sono confrontata con ragazzi all’estero e mi hanno spiegato che loro a scuola hanno studiato cose che io ho affrontato solo al conservatorio. Per capirci, impararano a scrivere una fuga di Bach a scuola quando a malapena noi sui banchi impariamo le note. Andrebbe invece valorizzata perché la musica è un patrimonio in grado di darti qualcosa di profondo ed emozionante. Per me è vita, se sono triste ed ascolto un certo tipo di musica, dopo un pò mi sento meglio e cambio anche il mio stato emozionale del momento.
È potente la forza della musica, risveglia i sensi e migliora.”
E il rapporto con i tuoi genitori? “Hanno sempre sostenuto le mie passioni, anche nello sport. Mi hanno sempre incoraggiata ed aiutata nella musica e in tutto quello che amo fare, devo loro tantissimo”.

Roberta Pontrandolfo

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