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Hotel “Al Lido” di Domenico Galavotti “Manghinot”

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Le origini turistiche di Riccione poggiano sulle intuizioni di alcuni pionieri che seppero in modo lungimirante investire in quella che diventerà la “Perla Verde” dell’Adriatico, Riccione. Uno di questi è stato Domenico Galavotti con il suo Hotel “Al Lido” inaugurato nel 1910.

Domenico Galavotti (Riccione 1859-1922), figlio di Lorenzo e Teresa Antonioli, si sposò due volte. Dalla prima moglie, Matilde Marcatelli, ebbe due figli: Teresa e Grido; dalla seconda, Virginia Caldari, ne abbe quattro: Speranza, Ribelle, Giordano Bruno e Lorenzo.

COME NASCE LA PRIMA LOCANDA

Galavotti in ferrovia era manovratore-deviatore e perse il piede destro in un incidente sul lavoro. Lo sostituì con una protesi in legno. Di fede anarco-socialista si trovò spesso in situazioni critiche per l’avversione di tanti concittadini.

Collocato a riposo dall’Amministrazione ferroviaria fu risarcito con una liquidazione che gli permise di avviare una attività di ristorazione in un locale che costruì, con notevole lungimiranza, in riva al mare, sul lato Cattolica di Viale Viola. Scelse come insegna la dicitura “Trattoria del pesce- Specialità Brodetto alla marinara”. La fece bella grande così che si notava da lontano.

I primi avventori furono quei pescatori che erano soliti ormeggiare le loro barche sulla riva e i finanzieri che nei pressi avevano un posto di guardia. Nella locanda venne costituita la Società marinara di mutuo soccorso dedicata al marchese Pietro Sghedoni (1889). Per la cronaca Domenico ne fu presidente dal 1906 sino alla sua morte.

Il locale divenne ben presto un luogo ricercato d’incontro estivo di bagnanti (tra i più noti Ruggero Leoncavallo), richiamati dalla buona cucina, dalla “sanguigna” ospitalità del proprietario e dai moderni servizi quali illuminazione ad acetilene, servizio telefonico, bagno in spiaggia e ballo serale. Gli affari prosperarono e, con l’aiuto di qualche amico e una forte dose di coraggio, Domenico si decise al grande passo.

1910 INAUGURATO L’HOTEL “AL LIDO”

Nel 1910 costruì l’Hotel “Al Lido” – all’inizio con 23 camere che divennero 100 nel 1922. Dotate di ogni comfort di quei tempi avevano anche un impianto di termosifoni che permetteva notevole risparmio di legna e di manodopera. Inoltre ebbe come dependance il vicino Hotel Ritz. Inutile sottolineare che la struttura, che disponeva sul davanti di un’ampia terrazza, di un campo da tennis in erba e una pista di pattinaggio, diede tono e lustro all’offerta ricettiva locale.

Domenico, che era sempre un passo avanti, istituì per primo un buffet alla stazione con collegamento telefonico. L’inaugurazione avvenne con una grande festa che vide, oltre alla presenza di tutte le autorità, quella assai particolare del direttore del “Pensiero socialista” Giovanni Tamburini. L’importante politico parlò dei provvedimenti legislativi ottenuti in Parlamento a favore dei lavoratori grazie ai socialisti: Diritto al riposo domenicale; Divieto al lavoro notturno per donne e minori di dodici anni; Istituzione della Cassa nazionale della maternità; Miglioramenti al sistema pensionistico e previdenziale per invalidità e anzianità.

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