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Quelli della “sala” ovvero: la sala giochi “Happy Days”

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La sala giochi Happy Days punto di ritrovo fondamentale a Riccione tra la metà degli anni ‘80 e inizi ‘90. Teatro di legami e grandi amicizie.

“Gli anni delle immense compagnie, gli anni in motorino sempre in due”, queste due strofe di una canzone degli 883 si adattano perfettamente al periodo delle sale giochi. Il Sabato sera era esattamente cosi alla fine degli anni 80, ci si imbarcava in quattro o cinque persone per auto quando alcuni di noi compivano 18 anni e mettevano a disposizione la prima macchina della loro vita (di solito una Panda o una Uno ma piu spesso una golf), maga- ri rubata alla sorella maggiore. Si puntava in squadriglie di cinque o sei macchine almeno, direzione Bafet, Fafein o verso una ancor più classica Pulona.

Ci vediamo in sala…
La “Sala”, come la chiamavamo noi, si muoveva compatta il Sabato sera, alla fine di una settimana in cui tra i banchi (spesso del Volta, vera fucina di frequentatori della Happy) era- no circolati i bigliettini con le proposte di destinazioni per la grande cena del weekend, “pizzini” che sostituivano i whatsapp di oggi. Eravamo “quelli dell’Happy Days, una delle tante compagnie della Riccione di quei meravigliosi anni tra fine 80 e inizio 90.

Riccione divideva i ragazzi tra Bar e Sale Giochi, noi da parte nostra eravamo la seconda generazione dei ragazzi che si trovavano alla Happy Days, preceduti in molti casi dai fratelli maggiori, loro nati alla metà degli anni 60 , che ancora comunque si ritrovavano tra Sala Giochi e il “gazebo”, mentre noi compivamo circa 20 anni alla fine degli anni 80.

In gruppo per un pomeriggio insieme in compagnia…

Il campanilismo…
In una cittadina tranquilla come la Riccione dell’epoca praticamente non c’erano le rivalità e gli attriti che potevi trovare in altre realtà metropolitane, solo sane prese in giro tra appartenenti a compagnie diverse che magari la mattina erano compagni di banco; alla classica accusa di “fighetteria” si rispondeva adeguatamente ma sempre nei confini della goliardia. Il campanilismo invece scaturiva nei confronti di compagnie di ragazzi  dei Comuni vicini ma quando in un locale o in un ristorante sulle colline i toni si alzavano troppo, trovavi sempre altri riccionesi pronti a dar man forte anche solo verbale, indipendentemente dalla compagnia di provenienza. Alla fine eravamo e siamo tutti Riccionesi.

L’estate alla Happy
All’arrivo dell’Estate la “Sala” si spopolava di Riccionesi, molti impegnati a fare la stagione nelle attività di famiglia, altri, specie di sesso maschile, distratti da altre attività ludiche tipiche della stagione calda! I vuoti lasciati da molti di noi venivano riempiti da ragazzi di Bologna, Modena e general mente tutta l’Emilia che ancora in quegli anni arrivavano alla chiusura delle scuole per stabilirsi nella casa al mare o magari anche per un paio di mesi in quelle pensioni a conduzione familiare che ormai non esistono più. Da Giugno a Settembre diventavano parte integrante della Happy, stabilendo spesso con noi legami di amicizia che durano ancora adesso.

Ai primi temporali dopo Ferragosto, via via fino alla riapertura delle scuole, i “soliti” tornavano a ripopolare la “tana” chiacchierando intorno al biliardo e raccontando improbabili avventure estive. Per me ed i miei coetanei il periodo della Happy coincide con l’arco temporale compreso tra la seconda parte degli anni 80 e l’inizio degli anni 90.

Da sinistra: Barbara, Beatrice, Enrico, Nada, Cinzia e Michela

In disco…
Eravamo appena troppo vecchi per la Domenica pomeriggio del Savioli e forse ancora troppo giova- ni per Cocorico e Peter Pan; la “Sala” era il luogo di ritrovo ideale, una bolla felice ed anche sicura, grazie anche allo sguardo vigile prima di Alfio e poi di Patrik. Ogni stagione della nostra vita è stata e sarà caratterizzata da un luogo, un gruppo di amici e di rapporti sociali. Per me il periodo tra la seconda meta degli anni ottanta ed i primi anni novanta rimarra sempre l’epoca della Happy Days.

Riccardo Casilli

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