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sabato, Luglio 27, 2024

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Domenico Mancini e le cambiali dei riccionesi per costruire casa

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Domenico Mancini benestante riccionese permise a molti di comprarsi il terreno per farsi la casa, pagando con cambiali che potevano essere rinnovate piu’ volte. Attivo in zona Abissinia, fu tra i primi ad aprire un’attività al mare: una succursale  della macelleria Mancini

Domenico Mancini, la storia di Riccione passa anche dalla sua lungimiranza.
Probabilmente, soprattutto in zona Abissinia, parlando con i vostri nonni pronunciando il nome Domenico Mancini non suonerà nuovo. I
n diversi, grazie a lui, riuscirono a costruire la prima casa. Mancini detto “Manghin de Fabre” nacque il 1 dicembre del 1852 da Serafino e Antonia Mazzocchi, sposato con Lucia Del Bianco, dalla quale ebbe i figli Roberto, Alma, Lorenzo,Renato e Gemma. Tina Mancini, figlia di Lorenzo Mancini e Maria America Bologna, si sposò con il Dott. Giuseppe Monti, ufficiale sanitario di Riccione per 40 anni, genitori del Prof. Angiolo Monti per anni insegnante di tecnica alle scuole medie Pascoli.
Domenico Mancini di antica famiglia riccionese, benestante, non visse il trauma della ricerca di una sistemazione sociale ed economica. Insomma godeva di uno “status” privilegiato tra i tanti che vivevano nella misera realtà della vecchia Borgata, e l’impatto con la nuova attività “balnearia”, nascente a Riccione, gli diede delle opportunità.
LA MACELLERIA MANCINI
Trasferì, tra i primi, una succursale della macelleria al mare e acquistò alcuni terreni che divennero, poi, “strategici” nell’assetto delle attività dei servizi del centro turistico. Mancini aveva interessi in agricoltura e si dedicò anche al segmento marittimo armando barche da pesca e trabaccoli per il trasporto di merci.
GARANTE DI TANTI RICCIONESI CHE COSTRUIVANO LA CASA
Godeva della disponibilità finanziaria che gli permise di farsi garante di molti riccionesi che volevano costruirsi la casa o avviare la propria attività economica ma senza possedere i capitali necessari. Fu socio del Cav. Agostino Ancillotto, amministrò vari terreni tra l’Abissinia e la Fossa Martinelli, dando impulso alla nascita di residenze estive e di tipo permanente, contribuendo in modo decisivo allo sviluppo della zona.
La sua possibilità di “tenere morto” permise a molti riccionesi di comprarsi il terreno per farsi la casa, pagando con cambiali che potevano essere rinnovate piu’ volte.

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