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Giornale n. 3.2022 – Rinunceremo ad un’ora di lettino in spiaggia?

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Domenica 12 giugno Riccione al voto

Sono quattro i candidati sindaco, ben 16 le liste che troveremo sulla scheda con i nomi dei 361 candidati per il Consiglio Comunale. Calcolatrice alla mano un candidato per ogni 79 cittadini aventi diritto al voto. Verrebbe da dire come sia tanta la partecipazione alla vita amministrativa, ma se confrontiamo questi numeri con l’affluenza nelle ultime tornate amministrative c’è da riflettere.

Nel 2009 vinse Massimo Pironi ed andarono a votare il 76% degli elettori aventi diritto. Nel 2014 diventò Sindaco Renata Tosi e votarono al primo turno il 71,1% degli aventi diritto ed il 58,3% al secondo. Una tendenza a disertare le urne tutta italiana e confermata anche dai riccionesi nel 2017 con il Tosi-bis quando si registò un quorum del 61,7% al primo turno e del 56,1% al secondo.

Per queste amministrative il menù è numericamente ricco di candidati, come risponderanno i riccionesi con i piedi già nella sabbia e in piena stagione? Confermare domenica 12 giugno quello dell’astensionismo come primo schieramento in città non ci farebbe onore.
La democrazia è un bene prezioso, mai scontato. Il diritto di voto è una delle forme di libertà individuali più importanti, una delle massime espressioni democratiche da esercitare.
Votare è dare voce alle nostre idee e schierarsi fermamente a favore della democrazia, probabilmente il modo più immediato per farlo sono le amministrative, la tornata elettorale più vicina e prossima al cittadino.

Davanti alla grande delusione per la politica, il non voto sembra essere la scelta più facile.
Si preferisce liquidare la classe politico-amministrativa con etichette quali “tanto sono tutti uguali” o “uno vale l’altro”. Eppure ci sono 365 cittadini che ci mettono la faccia, il tempo e la passione. A noi il compito di informarci per attivare una scelta consapevole.

Noi esseri umani, in generale, sembriamo avere una pressante necessità di brontolare e lamentarci per le condizioni del presente ma solo con il voto, verrebbe da dire, si dovrebbe acquisire la possibilità di farlo.
Ai tempi della Repubblica di Genova vi erano due modalità d’ingaggio per i marinai, sanciti dalla Magistratura dei Conservatori del Mare attraverso lo “Ius murmurandi”: “Senza mugugno” e la paga era più alta, con il diritto di mugugno una volta imbarcati si poteva invece brontolare, ma la diaria era più bassa.

Ecco, lamentarsi e criticare è sacrosanto ed oggi pure a buon prezzo: basterà rinunciare ad un’ora di lettino in spiaggia. Sarà una lezione che daremo anche ai nostri ragazzi, tornati a studiare educazione civica nelle loro classi e che tra qualche anno faranno sicuramente meglio di noi quando sarà ora di imbarcarsi.

Buon vento Riccione!

 

Francesco Cesarini
Presidente Famija Arciunesa

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