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sabato, Luglio 27, 2024

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HomePersonaggiQuella volta a RiccioneAndrea Tentoni, le sue vetrine come un palcoscenico

Andrea Tentoni, le sue vetrine come un palcoscenico

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Andrea Tentoni prima che orafo è un vero e proprio artista: un amore viscerale per il suo lavoro con i suoi gioielli che diventano figli preziosi da cui spesso è difficile separarsi per il forte legame che si crea.

Grazie al nonno, da cui ha ereditato la vena artistica, Andrea matura la consapevolezza di come la donna sia regina della casa, della famiglia e della vita di un uomo, per questo da ricoprire di attenzioni e di preziosi, patrimonio affettivo più che materiale. Figlio di un medico che avrebbe voluto per lui lo stesso cammino professionale, Andrea inizia con grande determinazione come garzone ed apprendista presso i coniugi Giorgi, Alberto ed Alba gli insegnano il mestiere ma soprattutto gli trasmettono la passione e l’amore per l’attività: artista ed artigiano orafo da 43 anni, sempre in evoluzione con la stessa voglia di apprendere di quando ha iniziato.

“Trovo un’emozione, ogni giorno, per continuare la mia passione. I miei gioielli sono come dei figli, il gradimento del pubblico mi da la forza per andare avanti nonostante i tanti sacrifici e le difficoltà della mia categoria”. Andrea parla di pubblico e non di clienti, come se le sue vetrine fossero un palcoscenico dove esprimersi artisticamente, per questo ogni vendita è come una separazione, arrivando persino a commuoversi. Ci sono meraviglie della sua produzione dalle quali giura di volersi separare solo quando non ci sarà più.

Nessuno dei suoi amati nipoti ha seguito le sue orme.
Le mie gioie rappresentano soddisfazioni interiori che, a livello fisico, sono per me come una seconda pelle, una corazza che difendo e mi difende.
Nel mio negozio ho scontato diversi “ergastoli” e fatto tante rinunce, ma felice anche nella consapevolezza che non è stato tutto rose e fiori.”
Le sue vetrine, ricche ed abbondanti di manufatti preziosi, sono osservate anche da occhi tecnici provenienti da altre case orafe che catturano idee per poi prenderne spunti. Una volta si arabbiava ma la maturità lo ha portato a non farci più caso e ad esserne piuttosto onorato.

Andrea ti sei mai pentito di aver scelto di restare?Prima no! Oggi me ne andrei, ma non lo faccio per i miei dipendenti che sono come la mia seconda famiglia. Ho una responsabilità verso loro ed è quella di non abbandonarli soprattutto in un periodo così difficile: resisto nonostante il deserto. Prima Riccione era luogo di avanguardia, ricerca, divertimento raffinato, bella musica, negozi esclusivi. Arrivava gente stupenda, ben vestita, attenta ai particolari ed acquistava i miei gioielli a qualsiasi ora della giornata, comprese le prime ore della notte.

Cosa è successo?Eravamo un concentrato di tutto, poi scelte politiche sbagliate hanno dato spazio a multinazionali e monomarca ed hanno distrutto la bellezza per il particolare, per l’esclusività. Oggi quel tipo di gente cosa ci viene a fare? A me dicono che devo fare cose meno impegnative, fare marcia indietro. Io? Anche no! Piuttosto vado a fare lo spazzino, con tutto il rispetto per la categoria!

Chi è Andrea Tentoni?Sono una persona semplice, sicuramente eccen- trica, non do confidenza facilmente. Faccio una vita ritirata tra casa, fami- liari, in primis mia madre che adoro. Sono dispiaciuto del fatto che nessu- no dei miei nipoti segua le mie orme, ma è giusto rispettare le loro scelte. E poi ci sono i miei cento pappagalli che amo, accudendoli con amore”.

Sei legatissimo al ricordo del nonno e ami profondamente tua madre, come anche il regno femminile. Come vedi oggi la donna? Un tempo la donna era “vetrina dell’uomo” e non per questo oggetto ma soggetto amato e riverito come mio nonno per mia nonna. Un uomo non può portare più di tanto, a parte un orologio o un braccialetto, ed è alla donna che volgeva le sue attenzioni regalandole le cose più belle. Donne differenti da quelle di oggi che pare vogliano fare dei dispetti ai loro mariti finanche rifiutando i regali che, spesso, poi finiscono alle loro amanti. Non vedo più eleganza in giro, la donna ha smesso di sognare. Veste come se andasse in palestra a qualsiasi ora della giornata e come se fosse una ragazzina anche a 60 anni. Hanno perso femminilità, le donne meravigliose che ho conosciuto, non hanno eredi”.

Andrea non hai mai fatto nulla per soldi anche se questi sono indispensabili. Crea prima di tutto per il piacere di farlo, destinando le sue gioie a chi ne coglie il valore profondo. Per questo ha messo alla porta l’arroganza e la presunzione di certi atteggiamenti, arrivando una volta anche a strappare un assegno.

Roberta Pontrandolfo

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