I contenuti dalla prefazione della Poetessa Rosita Copioli
(… Vandi sa cosa vuol dire fare tornare il passato. Cosa ne resterebbe, se non se ne restituisse il sapore, i colori, le sensazioni, le parole, i riflessi, gli umori, i pensieri, tutto l’insieme corposo della realtà, la vita intera che li per li sembra solida ed evidente, e si dissolve in un attimo?
Ricordare non significa mettere insieme fatti nudi e crudi.
Anche per il titolo non è un ammiccamento al film di Fellini, perché di quel mormorare che non è una sfilza di ricordi, recupera sia la “nostalgia della nostalgia”, sia l’idea platonica. Ma guai se la gravità dei dolori non fosse stemperata dal riso. Dal senso del gioco e dell’avventura, che un bambino, o un ragazzetto vive, anche sotto le bombe e nel passaggio del fronte. Così come il ragazzo non può fare a meno della musica, che gli piace tutta, e che si è sempre sentito dentro.
Che si trova a suo agio dovunque, perché conosce l’arte di arrangiarsi, e l’umanità, il sentimento, la compassione che si ha anche per un cane abbandonato, ed è proprio la pietas di Virgilio. La musica dentro lo anima: ora a condurre i set stellari di dancing che vedono avvicendarsi “artisti e personaggi di ogni campo: cinema, teatro, musica, finanza, politica”; ora quando lavora in Comune e sembra una specie di Pronto Soccorso: “Stracolmo di pratiche, fascicoli e scatoloni d’archivio in quanto mi occupavo di sport, cultura, pubblica istruzione, stampa, turismo, rapporti con l’estero, pubbliche relazioni e in più redattore del Notiziario Comunale”.
Certo una capacità di osservazione come la sua – cogliere il particolare giusto, memorizzare caratteri e fatterelli che paiono sciocchezze, e sono invece quel che dà il sapore alle storie – è una dote rara, quella del raccontatore nato, che come un prestidigitatore trae dal nulla le sue apparizioni. E’ vero che i suoi personaggi sembrano quelli di Amarcord, tra barbieri anarchici che fermano l’orologio il primo maggio, il Duce col violino, suor Virginia, il bidello col bastone, il bambino Bombolo che pesta i piedi nella pozzanghera, il babbo che davanti alla divisa dice “bota via c’la roba”, il vigile che fa la multa alla moglie…).
CONOSCIAMO L’AUTORE
Edmo Vandi è riccionese di stirpe e tradizione essendo nato da due famiglie di antiche radici riccionesi: i Vandi e i Di Luigi. Giornalista iscritto nell’Elenco Speciale dei Pubblicisti dell’Ordine di Bologna dal 2 ottobre 1975. Ha diretto per 22 anni il “Notiziario di Vita Amministrativa Cittadina” edito dal Comune di Riccione, Comune nel quale ha ricoperto il ruolo di Capo Ufficio Stampa e Documentazione per 24 anni. Collaboratore di “VGA.Telerimini” dal 1976 al 2005 in qualità di corrispondente nonchè lettore del Telegiornale.
Da giovane ha compiuto studi d’arte e linguistici presso l’Università di Amburgo e di Sociologia presso l’Università di Urbino. Ha firmato corrispondenze per il “Messaggero” e altri quotidiani nazionali e locali. In gioventù è stato per 21 anni Direttore-Presentatore nei locali notturni della Riviera Romagnola. È stato socio fondatore del Centro Arti Figurative di Riccione, del Cine-Foto Club Riccione e della Cungrèga de dialèt arciunès. È socio onorario de Circolo Amici della Lirica “R.Baldacci”.
Studioso e appassionato di dialetto, ha collaborato per le loro ricerche con Gianni Quondamatteo e Dante Tosi ed ha pubblicato propri scritti e poesie dialettali su riviste e pubblicazioni regionali e locali. Ha curato il testo sulla “Storia del dialetto riminese” per la “Guida Culturale e Turistica” della Provincia di Rimini e della Repubblica di San Marino. Ha vinto nel 1996 il “Premio Speciale della Giuria” del Concorso “Ilaria Alpi” per un reportage televisivo realizzato in Albania dove è stato più volte in missioni umanitarie. E’ autore di libri di poesie e racconti dialettali intitolati: J’ha bu i bù? e L’andare del tempo, editi da Famija Arciunesa. Ultimamente ha collaborato con le emittenti televisive La8, La9 e IcaroTV. Attualmente è Addetto Stampa dell’Associazione ex Dipendenti Enti Pubblici di Riccione, nell’ambito della quale tiene pubbliche conferenze sulla storia di Riccione corredate da filmati d’epoca di propria produzione.
Edicole: Baiocchi – C.so F.lli Cervi 125 · GRAZIELLA – V.le Ceccarini 151
o presso la sede di FA 0541 643884 (Mart-Giov pom dalle 16 alle 18)