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Mila, una vita avventurosa

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“Mila” Bellia Carmel prima domestica in casa D’Annunzio, poi si sposa con il riccionese Luigi Tontini e inizia a girare l’Italia con i suoi spettacoli circensi. Poi si innamora anche di Riccione dove apre una pescheria e cresce i figli.

Bellia Carmela, nata in Sicilia a Riesi (CL) il 26 Febbario 1935 da tutti i riccionesi conosciuta come la Mila ci ha lasciato nel Dicembre 2019.
A causa della guerra e delle barbarie dei soldati sbarcati per la liberazione, tutta la sua famiglia fuggì dalla Sicilia e, sopportando tante traversie e in grande povertà, si stabilì a Chieti. Lì, a 9 anni, Mila perse la mamma per una dolorosa malattia. Il padre si risposò con una vedova con figli e la famiglia si allargò.

MILA E I D’ANNUNZIO
Non andò mai a scuola da bambina perché quando era in Sicilia si doveva occupare delle capre e a Chieti dei suoi fratellini. Grazie ad una nobildonna di Pescara, amica dei D’Annunzio, Mila cominciò a scrivere e frequentare le scuole serali. Sempre grazie a lei, a 14 anni Mila prese servizio come domestica in casa dei D’Annunzio a Pescara.

MILA E “BLACK” LUIGI TONTINI CON GLI ORFEI
A 17 anni durante una fiera a Pescara, Mila conobbe Leo Luigi Tontini, da tutti conosciuto come “Black” che sposò a 19 anni.

                                                                     MILA E BLACK IN GIRO PER L’ITALIA
Si misero in proprio, girando per le piazze dei luna park d‘Italia, con Mila come domatrice di serpenti.

Il periodo dei serpenti è quello legato alle situa zioni più impensate. A Loreto, il malcapitato Ivo, il suocero tuttofare al seguito, alla guida di una corriera Isotta – acquistata con enormi sacrifici non ingrana la marcia giusta e lo sbuffante e ansimante mezzo invece di salire si dirige a ritroso nel classico fosso. Tirarla fuori è stato un dramma.  Ad Assisi, in una pausa dello spettacolo, mentre erano tutti al bar a bere qualcosa una tromba d’aria si è risucchiata tenda e serpenti trasportandoli chissà dove.
Infine in quel di Polesella, zona di risaie ove le biscie d’acqua erano trattate alla stregua di simpatici gattini, e tutti gli abitanti avevano maggior dimestichezza della Mila stessa, tendone vuoto e incasso zero. Fortunatamente era brava gente, non partecipò allo spettacolo ma offrì la cena!

IL VITELLO A SEI GAMBE
Tempi migliori furono quelli del vitello a sei gambe. Una rara curiosità del mondo animale che attirò sempre grandi folle. Un esempio: Festival dell’Unità di Ancona nel 1962 con ingresso a Lire 30 i paganti risultarono 28.000!!! Avevano anche altri animali che mostravano al pubblico come la papera a 7 zampe.

MILA E BLACK SI FERMANO A RICCIONE E APRONO LA PESCHERIA
Crescendo i figli, nel frattempo nati, la Mila e Black decisero di fermarsi stabilmente a Riccione, dedicandosi a quella che era l’attività della famiglia Tontini, la vendita di pesce. Aprirono la rinomata Pescheria Mila di via dei Mille, inizialmente la più grande e più bella della città.

MILA RIMANE VEDOVA
Rimasta vedova a 48 anni, non si risposò più. Venduta la pescheria, avendo acquisito un’ottima capacità in cucina, lavorò prima come aiutante di cucina, specializzata in pesce, in noti ristoranti di Riccione, poi si dedicò alle assistenze domiciliari di conosciute famiglie riccionesi, senza tralasciare la cucina, sua vera passione. Nonostante tutti i suoi impegni, amava lo spettacolo e la danza, così quando poteva andava a fare un giro di valzer con gli amici e partecipava come attrice alle commedie dialettali di Riccione (1988 “Pidriul e i su fiul”, 1990 “Ho scapuzè t’un furminent” con la Compagnia “Gli Arciunis”).

MILA UN VERO PERSONAGGIO DI SIMPATIA UNICA
A suo modo era polilglotta, parlando siculo, abruzzese, veneto e perfetto dialetto romagnolo. Ormai più riccionese di una riccionese di nascita, era una vera arzdora romagnola: fra piade, tagliatelle e tortellini fatti a mano, molti hanno gustato i suoi manicaretti, anche i ragazzi del Riccione Calcio di cui Mila, a cavallo del millennio, si prendeva cura non solo come cuoca ma come un’amorevole nonna. Nonna amorevole ed innamorata dei suoi nipotini, negli ultimi tempi, pur debilitata dalla malattia, trovava il tempo per dedicarsi al suo piccolo orto e giardino, avendo un pollice verde fenomenale perché riusciva a far fiorire anche un arbusto che altri avevano gettato.

Romina Galluzzi

 

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